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PORDENONE - Non ci si è riusciti con i mercati, non ce l’ha fatta la famosa “piazza salotto”. Insomma, tutte le idee (buone e meno buone, a seconda dei punti di vista e delle idee politiche) in qualche modo sono naufragate e non si è mai più tornati ai “fasti” della “vecchia” piazza delle corriere, perché così veniva chiamata piazza Risorgimento. Adesso, però, tra il Municipio e il mondo del commercio pordenonese che conta, circola un’altra idea: trasformare il “quadrilatero” in un quartiere etnico. E i maligni penseranno: lo è già. Certo, ma l’idea è quella di convogliare in piazza Risorgimento i ristoranti etnici di qualità, per imitare ciò che già avviene - con successo - in tante città d’Italia, non necessariamente metropoli. C’è però un ostacolo non da poco: la maggior parte dei locali vuoti della piazza è in vendita. Non in affitto.
La trovata
Si deve però partire dalla proposta, nata informalmente negli ambienti del commercio pordenonese e arrivata anche sulla scrivania della giunta retta dal sindaco Alessandro Ciriani.
Insomma, una, due, tre chiacchierate che poi sono diventate una proposta organica, tanto da essere seriamente vagliata da chi di competenza. In sintesi, il tentativo - forse l’ultimo - di trasformare piazza Risorgimento in qualcosa di più di un ritrovo senza occasioni - vere - di svago, consisterebbe nella creazione di una specie di polo del cibo etnico.
Ma non si parla di qualità medio-bassa, né di attività di cui la città è già oggi costellata.
Gli ostacoli
Ma se piazza Risorgimento non riesce a decollare un motivo alla base ci dovrà pur essere. E c’è eccome. Primo, la maggior parte dei locali che oggi risultano sfitti è in vendita. E non in affitto. È un bel problema, se si pensa che con i prezzi di listino di oggi sono pochi gli imprenditori disposti ad accettare un rischio d’impresa così alto come quello dell’acquisto di un immobile.
Tanti, in poche parole, preferirebbero virare sull’affitto, che garantisce maggiore flessibilità. Questa possibilità, però, in piazza Risorgimento, è praticamente scomparsa. I proprietari se possono vogliono vendere, ma al momento non trovano acquirenti. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: la piazza non si rianima e le vetrine rimangono tristemente vuote come da qualche anno a questa parte.
Un ultimo capitolo lo meritano gli affitti, che sono rimasti alti nonostante la perdita di valore “popolare” di piazza Risorgimento. Una polemica che tempo fa aveva visto anche l’amministrazione faccia a faccia con i proprietari. Ancora una volta, però, nessuno si era mosso dalle sue posizioni.
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Il Gazzettino