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PORDENONE - Si è sempre sentita la stessa litania. In piazza Risorgimento il commercio è quasi scomparso perché la zona è diventata sempre meno sicura. Le risse, la presenza di tante diverse etnie che non sempre vanno d’amore e d’accordo. Tutto vero, perché gli episodi ci sono stati e nessuno se li è inventati. Ma se il problema principale della zona non fosse tanto la cattiva fama cresciuta negli anni, quanto una politica dei prezzi che della trasformazione della piazza non ha mai tenuto minimamente conto? Se si trattasse di una visione ancora ferma al vecchio “piazzale delle corriere” che brulicava di giovani e favoriva gli acquisti? Basta un giro “porta a porta” per capire come almeno in parte sia questa la ragione della crisi in cui è sprofondata piazza Risorgimento. Gli affitti sono semplicemente troppo alti, soprattutto se parametrati alla qualità che adesso (non dieci anni fa) la zona è in grado di offrire. E per uno spazio commerciale si arriva anche a duemila euro al mese. Difficile, in conclusione, biasimare chi per aprire un’attività qualsiasi sceglie altre zone della città. Anche viale Marconi, che prima della riqualificazione viveva una dinamica simile.
IL VIAGGIO
Liti storiche tra proprietari di immobili, in alcuni casi anche tra familiari.
IL NODO
Andiamo quindi al cuore del problema: in piazza Risorgimento chi vuole aprire una nuova attività paga semplicemente troppo. «Io - illustra sempre Sandro Sambin, che non è solo l’anima del suo bar, ma anche di quella parte di Pordenone che ha vissuto le due epoche della piazza - pago semplicemente una follia per rimanere qui». Nel dettaglio, 1.400 euro al mese per una sessantina di metri quadri. Ci sono zone molto più sviluppate del centro (quello vero e proprio) in cui si riesce a pagare di meno per locali nettamente più belli. «La verità - prosegue sempre Sambin - è che gli affitti sono rimasti inchiodati alle condizioni che si vivevano in piazza Risorgimento quindici anni fa». Quindi quando c’erano le corriere, e non le risse o il vuoto cosmico nelle vetrine. «Non ci rendiamo conto - va avanti il titolare del Carducci - che qua chiuderanno tutti se i prezzi rimarranno quelli. In centro paghi anche due-trecento euro in meno». E il problema è quello che in piazza Risorgimento rischi di trovarti: per ora tante vetrine completamente deserte, con pochissime attività commerciali e una vitalità nelle compravendite praticamente ferma al palo. Il tutto nonostante le iniziative per migliorare le condizioni di partenza. «Per questo ora chiediamo al sindaco di intervenire con i proprietari dei palazzi: abbassino gli affitti». Un grido da cogliere. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino