Maxi piantagione di canapa all'interno del Parco nazionale

Forestali scoprono piantagione di canapa nel Parco nazionale Dolomiti Bellunesi
Una vera e propria piantagione di canapa è stata scoperta dai militari della stazione carabinieri Parco di Sospirolo in collaborazione con i colleghi forestali della...

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Una vera e propria piantagione di canapa è stata scoperta dai militari della stazione carabinieri Parco di Sospirolo in collaborazione con i colleghi forestali della stazione di Belluno coordinati dal tenente colonnello Marina Berto. Sono state trovate ben quindici piante, altre 1,50 ciascuna, nascoste tra rovi, cespugli e rocce in località Masiere di San Gottardo, in comune di Sospirolo. Parte della coltivazione, poco lontana dalla santità della Certosa di Vedana che ospita le suore di clausura, si trovava nell’area del Parco Dolomiti Bellunesi. 

SETTE CHILI
Il peso complessivo della canapa è risultato di circa 7 chilogrammi. Trovati anche 15 cesti in tessuto utilizzati come vasi e 12 reti metalliche, oltre a materiale da coltivazione come compost, fertilizzanti e attrezzi da lavoro.
Insomma, una vera e propria coltivazione in serie portata avanti con la massima cura sia per la salute delle piante sia per la necessità di tenere nascosta la produzione, utilizzata per produrre stupefacenti. Tutto il materiale è stato posto sotto sequestro.
IGNOTI I COLTIVATORI
Ma nella rete dei carabinieri forestali non è invece finito il coltivatore o i coltivatori che non sono stati identificati.
Evidentemente si tratta di persone estremamente scaltre, che sanno perfettamente come comportarsi per evitare di finire in trappola. La coltivazione di canapa, infatti, è vietata dalle legge. Ma nonostante la severità delle normative, le piantagioni di cannabis proliferano un po’ ovunque. Lo dimostrano le continue operazioni fatte dalle forze dell’ordine per contrastare il fenomeno.
ALLE MASIERE
Alle Maserie era stato fatto un ottimo lavoro, sia sotto il profilo della coltivazione sia sotto quello della mimetizzazione delle piante. Non erano tutte assieme, ma collocate qua e là, al riparo tra anfratti di rocce e vegetazione.

Il ritrovamento è stato effettuato nei giorni scorsi, ma è stato comunicato solo in queste ore per ovvie esigenze invetigative. Infatti, dopo il ritrovamento si è cercato ripetutamente di mettere in trappola anche il coltivatore, ma invano. Le indagini, in ogni caso, proseguono. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino