Elia Cecino. A 18 anni liceo in home-schooling, viaggi e concerti con il suo pianoforte

Il talento di Elia Cecino. A 18 anni liceo in home-schooling, viaggi e concerti con il suo pianoforte
Il 18enne di Casale Elia Cecino si è imposto al prestigioso Premio Venezia alla Fenice: «Una prova di resistenza, l'ho vissuta come una piccola sfida con me...

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Il 18enne di Casale Elia Cecino si è imposto al prestigioso Premio Venezia alla Fenice: «Una prova di resistenza, l'ho vissuta come una piccola sfida con me stesso». Si perfeziona all'Accademia di Fiesole e studia al Liceo Galilei in home-schooling.


Quando, nemmeno due settimane fa, il suo nome è risuonato sul palcoscenico del Teatro La Fenice di Venezia, Elia apparentemente non si è fatto tradire dall'emozione. Però il Premio Venezia l'aveva vinto lui: dopo cinque giorni massacranti. «Ero frastornato. Felice ma stremato. E' stata sino ad oggi la prova più dura. Prove serrate, pianoforti e acustiche diverse, un programma importante. Ma così deve essere, io l'ho vissuta come una piccola sfida a me stesso. Una prova di resistenza». Elia Cecino ha 18 anni appena compiuti: vive a Casale, segue il liceo in home-schooling, impegnato in concerti, viaggi e soprattutto lo studio. «Amo il pianoforte perché mi fa conoscere il  mondo e mi mette in contatto con tante persone che hanno la mia stessa sensibilità». 
LA STORIAMamma architetto, padre artigiano, la vita a Casale sul Sile e gli esordi alla scuola Iris Musica di Marcon con Maddalena De Facci, ancora oggi sua docente e manager. «Non vengo da una famiglia di musicisti. Ho iniziato per curiosità. Col tempo anche i miei hanno capito che c'era qualcosa su cui investire. Per me è diventata una dimensione sempre più totalizzante». La scintilla scocca al concorso Giulio Rospigliosi, dove Elia vince il primo premio. «Un luogo meraviglioso, a Lamporecchio sulle colline toscane. A cui sono molto grato e dove, quando riesco, torno». E' la prima di una lunga serie di vittorie e di impegni professionali. Tra i quali non ha voluto disdegnare Treviso dove è stato ospite l'estate scorsa alla rassegna Musei d'estate invitato da Asolo Musica. Ha concluso il suo percorso di studi da privatista al Conservatorio di Cesena. E oggi studia all'Accademia di Fiesole e all'Accademica Stradella. 
«I miei autori preferiti? Forse Beethoven e Sostakovic. Ma cerco di costruire programmi da concerto molto vari». Da alcuni anni si è posto il problema per Elia di abbinare lo studio scolastico alla musica. «Ho frequentato il primo anno al Duca degli Abruzzi ma davvero conciliare era dura. Ho trovato una soluzione grazie al Liceo Galilei che mi propone la home schooling. Dalle 13 alle 16, quando non studio pianoforte, vado a scuola e recupero con i professori. Poi, alla fine dell'anno, sostengo gli esami». Ama la natura e i gatti ma non ha la possibilità di praticare in maniera regolare sport. 
LE GIORNATELe sue giornate sono scandite dallo studio e dalla lettura delle vite dei grandi compositori oltre che dall'ascolto. «Lo so che fa strano, ma a me piace solo la musica classica. I giovani in genere non la amano, perchè non fa parte dello spirito della nostra società un po' troppo contaminata dalle mode». Considera l'aspetto e l'apparire una convenzione e ama tantissimo l'arte figurativa. «Al punto che se non fossi pianista, forse sarei diventato un pittore». Ai suoi coetanei e alle uscite del sabato sera preferisce l'ambiente dei pianisti e i viaggi. «Ci divertiamo tanto quando siamo ai concorsi o alle masterclass». Elia fatica a vedere il suo futuro fuori dall'Europa. «Lo so, in tanti smaniano per entrare da qualche parte in un college americano. A me spaventa un po' quel mondo: la distanza, le dimensioni. Io credo che le sale da concerto europee siamo più adatte a me e alla mia personalità». 

I MITIIl suo mito pianistico è forse Sviatoslav Richter. «Ma tra i giovani mi piace tantissimo Daniil Trifonov». Tra i viaggi più belli mette senza dubbio la Polonia sulle tracce di Chopin, l'Ungheria inseguendo Liszt e Vienna con il pellegrinaggio beethoveniano. Concentrato, misurato, ma sulla tastiera appassionato e pieno di temperamento: ora il giovane pianista trevigiano guarda a nuove sfide. Tra queste il concorso Busoni di Bolzano. «Sono felice quando suono. Meglio se riesco a farlo bene, così mi sento anche soddisfatto. Mi sento in pace quando sono attorniato da persone buone». 
Elena Filini  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino