Pfas, danni ai lavoratori ex Miteni, la Cgil si oppone all'archiviazione

Pfas, danni ai lavoratori ex Miteni, la Cgil si oppone all'archiviazione
VICENZA - L’avvocata Lucia Rupolo del Foro di Padova ha depositato in Tribunale, a nome della Cgil e della Fictem-Cgil CGIL di Vicenza, opposizione alla richiesta...

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VICENZA - L’avvocata Lucia Rupolo del Foro di Padova ha depositato in Tribunale, a nome della Cgil e della Fictem-Cgil CGIL di Vicenza, opposizione alla richiesta d’archiviazione delle indagini avanzata al Gip e dal Pm sul tema danni subiti dai lavoratori a causa dell’esposizione alle sostanze perfluoro alchiliche lavorate (Pfas) e prodotte alla Rmar-Miteni di Trissino.

La vicenda

 Le indagini sono iniziate nel 2020, sulla base di un esposto depositato in Procura proprio dalla CGIL e dalla FIilctem di Vicenza nel gennaio del 2019. L'azione di tutela messa in campo dalla Cgil, attraverso il Patronato Inca, dei lavoratori esposti che ci hanno dato mandato, ha permesso ad oggi di inoltrare all’Inail 43 domande di riconoscimento di malattia professionale. Di queste l’Inail ne ha finora accolte 19, riconoscendo che il solo bioaccumulo nel sangue di Pfas è un danno perché può favorire l’insorgenza di una serie di patologie correlate; altre 21 sono in fase di valutazione e 3 sono state respinte.

Perchè la Cgil si oppone alla richiesta di archiviazione

Per ragioni di merito ed anche per una ragione più generale.

1) Nel merito il sindacato contesta una “sostanziale incompletezza e lacunosità della consulenza tecnica” di cui si è avvalsa la Pm. Rileviamo infatti:

- la “mancata presa in considerazione, o erronea interpretazione, di numerosi studi scientifici di assoluto rilievo” sul tema Pfas e danni alla salute;

- l’”assenza di commento” e di approfondimento della problematica dei tumori renali e della presenza nei lavoratori ex Miteni di valori di Pfas che non hanno uguali in tutto il mondo;

- la “carenza sostanziale delle conclusioni dei consulenti rispetto alla problematica dell’ipertensione arteriosa e di altre patologie correlate all’esposizione alle sostanze Pfas;

- l’”inadeguata valutazione della correlazione tra due tumori insorti” in un lavoratore e la sua esposizione alle sostanze Pfas. Riteniamo indispensabile pertanto che si approfondiscano tutti gli aspetti evidenziati e si colmino queste lacune delle indagini finora svolte.

2) Occorre poi proseguire le indagini perché i lavoratori in primis, ma anche tutta la popolazione contaminata, hanno il diritto di conoscere i possibili danni alla salute che potrebbero aver subito e/o subire, e di avere risposte circa le eventuali responsabilità di quanto accaduto.

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Il Gazzettino