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Si cerca di più, si trova di più. Non vuole dire che le acque della nostra regione siano più inquinate di prima, ma è una realtà che semplicemente prende forma. E che non fa stare tranquilli, soprattutto se si pensa che determinate sostanze sono destinate a rimanere presenti per molti anni. Moltissimi anni. L’allarme, infatti, deriva sostanzialmente da un dato: si iniziano a trovare anche nelle acque della nostra regione (sia superficiali che sotterranee) delle sostanze potenzialmente nocive solo perché sono iniziati i campionamenti.
I DETTAGLI
Dal 2005 al 2022, l’Arpa del Friuli Venezia Giulia ha praticamente decuplicato la sua capacità di indagine. Un impulso è arrivato anche dall’Unione europea, ma gran parte del lavoro è stato fatto “in proprio”. Nel 2005, ad esempio, i campionamenti riguardavano qualcosa come 54 sostanze. Alla fine del 2022, invece, la capacità di indagine è salita fino ad arrivare a 446 sostanze ricercate. È il dato più alto di sempre e la parte del leone la fanno i pesticidi.
IL MONITORAGGIO
«Sono inquinanti emergenti - spiega Arpa - le sostanze che la comunità scientifica ritiene potenzialmente pericolose per l’uomo e l’ambiente e delle quali si vuole conoscere ed approfondire la conoscenza, la distribuzione e diffusione territoriale. In questo elenco si ritrovano le sostanze della lista denominata Watch List stilata dall’Europa e periodicamente rinnovata che comprende farmaci, pesticidi e prodotti di normale uso alimentare o cosmetico. Si ritengono inquinanti emergenti le sostanze che portano al rischio di declassare la qualità dei corpi idrici, come il Glifosate, diversi metaboliti di pesticidi ancora poco conosciuti, oppure composti industriali impermeabilizzanti come i Pfas, nanoparticelle, sostanze per le quali sono necessari approfondimenti sulla distribuzione ambientale e sulla valutazione dei rischi per l’uomo e l’ambiente nel nostro territorio. Arpa Fvg ha proprio il compito di raccogliere dati di elevata qualità su queste sostanze per dare al legislatore tutto il supporto scientifico necessario a formulare dei limiti di legge il più possibile corretti, coerenti e sostenibili. I risultati dell’attività di monitoraggio e le informazioni che ne derivano diventano un supporto essenziale per i processi decisionali, oltre a fornire conoscenze a cittadini e imprese. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino