Peste suina, allerta ai massimi livelli: preoccupano due casi in Veneto e in Friuli

Individuata su carne di maiale e su una salsiccia entrate illegalmente dalla Cina

Peste suina, allerta ai massimi livelli: preoccupano due casi in Veneto e in Friuli
UDINE - Giovedì 18 gennaio, provincia di Padova. Il ministero della Salute in quella data ha già inviato alle Direzioni regionali una circolare: «Attenzione,...

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UDINE - Giovedì 18 gennaio, provincia di Padova. Il ministero della Salute in quella data ha già inviato alle Direzioni regionali una circolare: «Attenzione, c’è il rischio che alcune carni di maiale risultino contaminate dal virus della peste suina». Il tono - sintetizzato - è questo. I tecnici della prevenzione proprio quel giorno confermeranno i timori: una partita di carne suina, parte della fornitura di un market cinese, è positiva. La peste suina è in Veneto. Nella stessa finestra temporale succede la stessa cosa in Friuli Venezia Giulia, per la precisione in provincia di Udine. Il campione prelevato da una salsiccia cantonese (insaccato simile alla salsiccia nostrana ma più fino e sottile) dà lo stesso riscontro: è positivo al virus della peste suina africana. Anche in questo caso la carne di maiale arrivava dalla Cina. E i casi diventano immediatamente due. I campioni sono analizzati a Perugia, dove è attivo il centro nazionale per le analisi legate proprio al morbo che colpisce i suini. Uno Spallanzani dell’era Covid insomma. E il risultato conferma quanto scoperto sia in Veneto che in Friuli. 


COSA SUCCEDE
Due casi di peste suina in pochi giorni in due regioni in cui il comparto della suinicoltura vale miliardi di euro tra produzione, consumo ed export. Cosa sta succedendo? «Fortunatamente - ha spiegato Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie - i casi positivi al virus non sono stati riscontrati negli allevamenti o nella popolazione animale in vita». Nessun maiale infetto, al momento, dentro ai recinti. E neppure un riscontro sulla popolazione dei cinghiali allo stato brado. Eppure l’allarme è scattato ed è di colore rosso. «La minaccia - ha ribadito ancora l’esperta - arriva dall’Oriente». Sotto forma di partite di carne suina che nemmeno potrebbero raggiungere l’Unione europea, stando alla norma comunitaria. L’importazione di derivati del maiale dalla Cina, infatti, è proibita a livello Ue da tre anni. Eppure sia in provincia di Padova che nella zona udinese del Friuli Venezia Giulia quelle salsicce sono arrivate nei supermercati asiatici. Come? Al lavoro ci sono anche i carabinieri del Nas. Compito - anche - loro, scoprire il tracciato commerciale di quella merce. Non è escluso che prima dell’arrivo della carne a Nordest ci sia stata una triangolazione, quindi un passaggio attraverso uno Stato terzo senza un contatto diretto Cina-Italia. 

​Allarme peste suina. Stop alla macellazione dei maiali nelle case


LA STRETTA


L’allerta è salita al livello massimo. «Non sappiamo - ha proseguito ancora l’esperta - se il genoma del virus rintracciato su quelle partite di carne sia sufficiente ad infettare». Ma il rischio c’è. Basta ad esempio che il prodotto infetto di scarto sia smaltito in modo non corretto, infatti, perché un cinghiale lo trovi, lo ingerisca e ne risulti contagiato. E a quel punto un focolaio sarebbe quasi inevitabile. Proprio per questo motivo una circolare del ministero della Salute ha invitato le Direzioni salute delle Regioni (Veneto e Friuli Venezia Giulia incluse) ad intensificare i controlli incrociati all’interno dei mercati e dei supermercati che vendono carne proveniente dall’Estremo Oriente. C’è di nuovo la Cina, quindi, al punto “A” di una catena di contagio sinistramente simile (anche se solo a livello animale) a quella iniziata a fine 2019. Il virus della peste suina a Pechino corre velocemente. Proprio per questo l’Unione europea già tre anni fa ha vietato l’importazione della carne suina dal “gigante” dell’Estremo Oriente. Ma evidentemente le maglie dei controlli devono essere strette ancora una volta. Perché basta una salsiccia sul bancone di un mercato del Veneto o del Friuli per innescare una spirale in grado di mandare gambe all’aria uno dei settori più produttivi del Nordest.

 

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Il Gazzettino