Baby gang terrorizza i ragazzini. Li massacrano di botte e li filmano

Baby gang terrorizza i ragazzini. Li massacrano di botte e li filmano
PADOVA È allarme baby gang in città. Un gruppo di ragazzini, italiani di seconda generazione, si diverte a picchiare i coetanei e filma tutti i pestaggi. Due gli...

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PADOVA È allarme baby gang in città. Un gruppo di ragazzini, italiani di seconda generazione, si diverte a picchiare i coetanei e filma tutti i pestaggi. Due gli episodi registrati nell’ultimo mese: uno alla fermata del tram di Prato della Valle e il secondo nel patronato della parrocchia all’Arcella. Una delle vittime dei bulli ha rilasciato un audio choc in una chat, formata da genitori, dove racconta di un’aggressione subita da un suo amico da almeno venti ragazzi tanto da finire in ospedale. Sui casi stanno indagando i carabinieri. Un sedicenne, non più tardi di due settimane fa, ha raccontato a un gruppo di genitori attraverso una chat su Whatsapp, della sua paura di essere picchiato dalla baby gang e del pestaggio subito da un suo amico. Un audio choc, perchè nelle sue parole scorre il terrore. «...Sono andato a parlare con questi ragazzi perché avevo sentito che volevano pestarmi, ma mi hanno detto di stare tranquillo perché mi conoscono. Allora gli ho chiesto che intenzioni avessero con un mio amico e il  loro capo mi ha detto che fa troppo il fighetto...» E ancora «...L’altro giorno il mio amico stava giocando nel patronato dell’Arcella quando cinque marocchini gli hanno rubato gli AirPods (le cuffiette per ascoltare la musica ndr), lui ha reagito e i cinque sono andati a chiamare i rinforzi...Sono tornati in venti, lo hanno massacrato e hanno filmato tutto. È stato costretto ad andare al pronto soccorso...». La testimonianza audio finisce con un avvertimento ai genitori in ascolto: «Pensavo fosse una cosa banale e invece è molto seria».


ALLA FERMATA DEL TRAM
L’altro pestaggio si è consumato alla fermata del tram di Prato della Valle. La baby gang ha preso di mira un coetaneo e il capo branco, un ragazzino con addosso un giubbetto di colore bianco e giallo, lo ha colpito con una serie di calci e pugni, mentre un secondo della banda ha filmato l’azione punitiva con il suo smartphone. Il primo sarebbe marocchino e il secondo romeno. Le immagini sono state fatte girare e il video è finito in mano anche a un genitore. Qualche papà che ha avuto il figlio menato dai bulli, si è messo alla ricerca dei ragazzini cattivi per la città. In particolare sono state battute le zone del centro storico, come il Prato della Valle e galleria Tito Livio ritrovi di almeno un paio di baby gang.
I sospetti degli inquirenti sono tutti concentrati su una banda di ragazzini, formata da italiani di seconda generazione con genitori marocchini e romeni, con il “covo” all’interno dell’Isola Memmia in Prato della Valle. E da maggio dell’anno scorso a gennaio di quest’anno, gli episodi di violenza registrati da polizia e carabinieri in questa area della città sono stati quattro. La sera del 4 maggio del 2018 otto ragazzini si sono affrontati a colpi di calci e pugni.
SCACCIACANI

Uno di loro ha anche esploso alcuni colpi in aria con una pistola scacciacani. In cinque sono finiti in Questura, tutti tra i 16 e i 17 anni, e sono stati denunciati per rissa e per il possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Il motivo di tanta violenza è da ricondurre a un duello tra bande rivali. Quindi la sera del 17 settembre, ancora nell’isola Memmia, un diciassettenne padovano di origini nigeriane è stato pestato a sangue dal branco. Il giovane è stato dichiarato guaribile in trenta giorni e i carabinieri hanno individuato uno dei responsabili, un altro studente di 17 anni. Il 27 ottobre la violenza è esplosa per un “apprezzamento” di carattere sessuale rivolto alla fidanzatina di uno del branco. Il risultato è stato di due sedicenni denunciati, di cui uno finito anche al pronto soccorso di Pediatria per alcune ferite al volto. Infine il 4 gennaio di quest’anno un 19enne ha accoltella al collo il “nemico”, un 17enne, reo di aver offeso un amico comune. Una vendetta trasversale che poteva finire in tragedia di fronte agli occhi di alcuni passanti, che attendevano il tram in Prato della Valle.
Marco Aldighieri
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Il Gazzettino