«Ha abboccato!»: quello che esce fuori dall'acqua è un mostro da un quintale

Il siluro da un quintale pescato da Michele Trevisi
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VIGONOVO - Pesca al siluro, che passione! Giorni e notti passati in tenda, sulle rive dei fiumi, dormendo sulle brandine da campo e cucinando sui fornelli a gas. D'estate e d'inverno. La tecnica di cattura usata è principalmente rappresentata dalla classica canna da pesca. È uno sport in forte crescita e sono sempre di più gli appassionati che mirano alla cattura del nuovo mostro delle acque dolci, in grado di superare 2 metri e mezzo di lunghezza e 140 chilogrammi di peso. Il duro combattimento per catturarlo, infatti, rappresenta il lato più divertente della sua pesca. Uno dei fiumi dove la sua presenza è più massiccia è il tratto del Brenta-Cunetta, da Vigonovo a Codevigo (Pd). In tali acque Michele Trevisi (nella foto), residente a Tombelle di Vigonovo, ne ha recentemente catturato un grosso esemplare pesante circa un quintale. Per riuscire a portarlo a riva ha dovuto essere aiutato da un compagno di pescata. Il pesce è stato poi regalato ad alcuni amici che l'hanno cucinato e mangiato in compagnia. 


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Il siluro (Silurus glanis) è un pesce non endemico delle acque dolci italiane, introdotto come specie alloctona nei bacini dell'Italia settentrionale circa cinquanta anni fa. La sua cattura fa letteralmente impazzire gli appassionati di pesca, ma allo stesso tempo crea molte controversie. Essendo una specie invasiva, una volta pescato andrebbe soppresso e smaltito. Su tale indicazione non tutti sono però d'accordo e sono molti i pescatori sportivi che, una volta catturato, lo immettono nuovamente in acqua.
Vittorino Compagno Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino