Salta l'accordo, pesca senza limiti: prezzi a picco

Il mercato ittico
CHIOGGIA - Salta l'accordo sulle giornate di pesca tra i ramponanti e la marineria chioggiotta che, sotto la pressione della pandemia, aveva trovato una faticosa unità,...

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CHIOGGIA - Salta l'accordo sulle giornate di pesca tra i ramponanti e la marineria chioggiotta che, sotto la pressione della pandemia, aveva trovato una faticosa unità, è di nuovo in preda all'anarchia e all'improvvisazione ed esposta ai capricci del mercato globale. Il liberi tutti per i pescherecci cosiddetti ramponi o rapidi che rappresentano all'incirca metà della flotta chioggiotta che va per mare (l'altra metà è lo strascico) è maturato a cavallo delle ultime due settimane, una sola settimana dopo la ripresa dal fermo biologico che aveva tenuto in porto le barche per oltre 40 giorni. L'accordo su quanto pescare era nato in piena pandemia quando il circuito della ristorazione non riceveva più il pesce fresco: con la domanda in forte calo, era inutile incrementare l'offerta e, quindi, l'idea dei pescatori, benedetta anche dalle associazioni della pesca, era stata di diminuire le ore di lavoro (dalle 60 possibili a 48 settimanali) per tenere i prezzi e non vanificare la fatica delle uscite in mare. Era stata pure prevista una certa elasticità per chi aveva la barca più piccola e poteva, quindi, conferire meno prodotto per volta. Incredibilmente, in un settore contrassegnato da differenziazioni e rivalità storiche, la cosa aveva funzionato e avrebbe dovuto continuare a funzionare anche al ritorno dal fermo pesca.


Invece no. Dopo una sola settimana di lavoro, complice, forse, l'idea che l'emergenza fosse superata, o quasi, o l'atavica abitudine a pescare di più dopo lo stop biologico, alcuni armatori (chi critica la situazione dice che non sono più di tre o quattro) hanno cominciato a reclamare più tempo per le loro uscite in mare. Così al mercato ittico sono arrivati i prodotti di stagione, in particolare le sogliole, in quantità inaspettata, causando un forte calo dei prezzi.

IL CALO


Un calo accentuato dal fatto che alcuni commercianti, per premunirsi da possibili carenze di prodotto, avevano stoccato sogliole di provenienza estera nei frighi. Il risultato è stato che, la settimana scorsa, alcuni pescatori hanno letteralmente svenduto il loro pescato sulla banchina del mercato ittico, senza neppure passare per la sala aste. Sono seguiti giorni concitati, con litigi e accuse reciproche sulle chat che, prima, venivano usate per accordarsi e, adesso, finiscono per accentuare le divisioni. Domani, giorno abituale di rendicontazione della settimana, si tireranno le fila e chissà che non possa rinnovarsi un accordo su come e quanto pescare.
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Il Gazzettino