Si buttano nell'acqua gelida per sfuggire al blitz contro la pesca di frodo

Si buttano nell'acqua gelida per sfuggire al blitz contro la pesca di frodo
ARIANO NEL POLESINE - Ha i connotati della vera operazione di intelligence, l’attività anti bracconaggio ittico messa a segno dalle forze dell’ordine...

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ARIANO NEL POLESINE - Ha i connotati della vera operazione di intelligence, l’attività anti bracconaggio ittico messa a segno dalle forze dell’ordine (carabinieri e polizia provinciale) grazie all’efficiente supporto e presidio operato quotidianamente dalle guardie volontarie. Ancora da definire tuttavia al momento, come precisato dall’Ufficio Vigilanza della Provincia, i dettagli dell’intera vicenda. Da una prima ricostruzione si sa che l’operazione che ha portato al rinvenimento di un furgone e di una barca abbandonati oltre all’attrezzatura usata per la predazione, sarebbe avvenuta nella zona di San Basilio. Il Delta è da tempo un’area dove sono frequenti le attività di pesca di frodo.  

L’altra sera una banda è entrata in azione con il preciso obiettivo di razziare un’ingente quantità di pescato di qualità. Raggiunto il canale da depredare, un ex campo gara particolarmente ricco di fauna ittica, tra Ariano e Taglio di Po, i predoni con l’ausilio di un natante di piccole dimensioni per poterlo trasportare celato all’interno del furgone senza destare sospetti, hanno iniziato a far aggallare il pesce con la tecnica delle scariche elettriche di un accumulatore di corrente, ignari però di essere stati intercettati. Una volta giunta sul posto la polizia provinciale e i carabinieri, è scattato il blitz che ha sorpreso i predoni nel pieno della loro azione. Come si è potuto appurare dalla Vigilanza provinciale, una volta scoperto, il gruppo si è dato a una fuga precipitosa, pare anche tuffandosi in acqua e dileguandosi tra i campi con una temperatura esterna sottozero.
Oltre al pescato, che da una prima stima pare ammontasse a oltre un paio di quintali di sole carpe, i bracconieri hanno abbandonato il furgone, la barca e l’elettrostorditore.
A quanto si sa la fauna ittica recuperata dovrebbe essere stata rimessa in acqua in buone condizioni vista la rapidità con cui le forze dell’ordine sono intervenute. Purtroppo, viene il dubbio che, essendo state recuperate solo carpe, sia ipotizzabile che i bracconieri avessero già fatto una cernita del pescato trattenendo questa specie e disperdendo le altre catture.

Le indagini sono ancora in corso per risalire all’identità degli autori del bracconaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino