Tronchi galleggianti: quel pericolo che arriva dai fiumi al mare

Quel pericolo che arriva dai fiumi al mare: imbarcazioni a rischio sul litorale veneziano
CHIOGGIA (VENEZIA) - I tronchi d'albero trascinati a mare dai fiumi costituiscono un pericolo mortale. Ormai se ne notano dappertutto, navigando lungo il litorale...

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CHIOGGIA (VENEZIA) - I tronchi d'albero trascinati a mare dai fiumi costituiscono un pericolo mortale. Ormai se ne notano dappertutto, navigando lungo il litorale veneziano. Eppure nessuno se ne fa carico. Lo afferma, con amarezza, Michele Boscolo Marchi, presidente del consorzio Cogevo di Chioggia, cui aderisce l'intera flotta locale dedita alla riproduzione ed alla pesca in mare delle vongole. Parla anche per conto del Cogevo di Venezia. Le due organizzazioni annoverano ben 163 imbarcazioni. «Giovedì 26 settembre, il peschereccio Federico III di Pellestrina rammenta il portavoce - è affondato davanti all'Hotel Excelsior del Lido proprio in seguito all'urto contro un tronco semisommerso. L'equipaggio si è salvato solamente grazie all'abilità del capobarca Guerrino Giada ed alla professionalità della Guardia costiera, prontamente intervenuta. Nel corso degli ultimi dieci anni, probabilmente a causa di collisioni del genere, hanno già perso la vita quattro pescatori». «Si tratta avverte Marchi di un'autentica emergenza le cui prime avvisaglie risalgono ad una quindicina d'anni fa. La situazione va di male in peggio da  quando il Genio civile ha smesso di occuparsi direttamente degli argini e delle golene. Prima della riforma, l'ente provvedeva alla loro manutenzione nella consapevolezza che quei luoghi dovrebbero essere tenuti costantemente sgombri affinché le piene non travolgano gli alberi che, prima o poi, finiscono a mare. Oggi, purtroppo, le cose vanno diversamente. Nessuno, inoltre, pare abbia il coraggio di pigliarsi la responsabilità della situazione. Persino gli alberi divelti finiti in prossimità della battigia non vengono più rimossi. Nessun ente parrebbe competente in materia. E' un dato di fatto che un grosso tronco, finito dinanzi alla spiaggia di Sottomarina in luglio, si trova ancora lì; e la prima alta marea lo riporterà al largo».

«Il problema esiste anche in laguna - prosegue Marchi - da quando l'ormai soppresso Magistrato alle acque smise di occuparsi delle mansioni tradizionali. Nelle acque interne, però, il pericolo non è costituito dai tronchi ma dalle troppe vecchie briccole che, distaccatesi dal fondo, vagano in balia delle correnti. Di tutto ciò qualcuno dovrebbe farsi carico: in ballo è la vita umana». 
Marchi aggiunge che i fusti rappresentano un serio pericolo per la navigazione, soprattutto di notte e durante le giornate nebbiose. «Nessun strumento di bordo osserva - è in grado di localizzarli. I radar, ad esempio, non li vedono perché il materiale legnoso emerge troppo poco dal pelo dell'acqua». 

FENOMEMO NOTO DA TEMPOLa situazione è da lungo tempo nota anche all'assessore regionale all'Agricoltura ed alla Pesca Giuseppe Pan. Già nel dicembre del 2015, aveva lasciato intendere le preoccupanti dimensioni del fenomeno. «Si è fatto ben poco aveva detto - per scongiurare il pericolo». Ogni qual volta si tratta di rimuovere la vegetazione cresciuta lungo le sponde aveva aggiunto - esplodono mille polemiche. Gli addetti finiscono assai spesso bloccati dalle iniziative di certi gruppi ecologisti radicali. Ed è così che, sovente, la prevenzione diventa difficoltosa per non dire quasi impossibile. Nel frattempo, i costi lievitano e gli interventi arrivano, quando arrivano; purtroppo spesso solo all'ultimo momento».
Roberto Perini Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino