Enrico si licenzia per diventare un pellegrino: la sua avventura inizierà l'11 marzo

Enrico Orlando, 25 anni, di Ponte San Nicolò
PONTE SAN NICOLÒ - «Ho lasciato il lavoro come panettiere...

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PONTE SAN NICOLÒ - «Ho lasciato il lavoro come panettiere per allenarmi in vista di un viaggio a piedi di 2.500 chilometri». A parlare è Enrico Orlando, 25 anni, di Ponte San Nicolò. L'undici marzo partirà dal suo paese per raggiungere Santiago di Compostela. Totale 2.500 chilometri. «La scorsa estate - racconta - avevo fatto un altro pellegrinaggio a piedi in solitaria per raggiungere Roma. Un'esperienza indimenticabile. Ho camminato per 20 giorni e ho percorso 600 chilometri. Questo tipo di esperienza mi ha arricchito sia nel corpo che, soprattutto, nello spirito. Ecco che ho salutato gli amici del panificio di via Marzolo a Ponte San Nicolò dove ho prestato servizio per quattro anni e ho deciso di concentrare tutte le mie forze sul viaggio a Santiago di Compostela». Scelta coraggiosa, che stupirà chi vorrebbe un lavoro fisso e fatica tremendamente a trovarlo. Il venticinquenne taglia  corto: «Ho pensato che se non lo faccio adesso magari non avrò la possibilità di farlo in futuro». Per affrontare il viaggio Enrico Orlando si sta allenando duramente alla palestra Be Aktive di Roncaglia di Ponte San Nicolò che è anche lo sponsor dell'avventura. Se non sopraggiungeranno complicazioni il venticinquenne ipotizza di far rientro a Ponte ad inizio giugno. Sul viaggio precisa: «Non so ancora le tappe precise come si svilupperanno, le sto organizzando in questi giorni. Comunque seguirò delle vie che mi porteranno alla meta sperando di non incappare in infortuni. Seguirò la via Postumia che mi farà camminare dall'Italia nord orientale all'Italia nord occidentale. Costeggerò tutta la Liguria fino ad arrivare a Ventimiglia. Da li arriverò in Francia». Porterà con sè uno zaino per tutto il necessario. In preventivo la possibilità di alloggiare in ostelli, b&b, conventi e parrocchie. Ma cosa spinge un venticinquenne con il posto fisso a mollare tutto e tentare questa esperienza? «Innanzitutto - ha concluso - perchè camminare fa benissimo sia a livello fisico che mentale. Lo faccio per prendere una pausa e staccare un po' dalla routine quotidiana, quindi per stare un po' con me stesso. E' anche per un discorso di fede, non perchè dubito o ho bisogno di segni, ma per riconoscere la bellezza di ciò che il Signore mi offre ogni giorno attraverso i luoghi e le persone che mi mette davanti. Quindi un discorso di affidamento nella Provvidenza». Prima della partenza il giovane atleta riceverà il saluto ufficiale dei vertici dell'amministrazione comunale e del parroco di Roncaglia. 
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Il Gazzettino