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PADOVA - Prendeva le foto di amiche ed ex compagne di classe dai social, all'epoca minorenni, creava dei fotomontaggi con immagini esplicite di attrici porno e poi li pubblicava sui siti a luci rosse. Venti le sue vittime, all'epoca residenti nel ferrarese. Tra queste anche la figlia di un ministro. Protagonista del caso giudiziario di revenge porn, seppur decisamente atipico, è Gianluca Pizzotti, di origine estense, ma da anni residente a Padova. L'uomo, 35enne, finirà l'11 novembre davanti al gup del tribunale di Venezia. Il pubblico ministero Giorgio Gava, in luglio, ne aveva richiesto il rinvio a giudizio davanti al tribunale collegiale di Padova per i reati di detenzione di materiale pedopornografico e diffamazione.
Il sostituto procuratore gli contesta di essere l'autore di un disegno criminoso che consiste nell'aver pubblicato in situazioni non corrispondenti alla realtà e tutte a sfondo sessuale le fotografie delle venti vittime.
Il caso giudiziario nasce alla fine del 2018: una poliziotta del nucleo di polizia postale di Ferrara mette le mani su diverse fotografie che appaiono sul web e che la portano a contattare una delle donne vittima del revenge porn del 35enne di Padova.
L'uomo, dopo aver chiesto l'amicizia su Facebook a queste ragazze, ha sottratto diverse immagini dai loro profili per poi modificarle e così trasferirle sui siti porno, alcuni dei quali anche molto frequentati. Diffamazione aggravata per aver utilizzato le foto delle sue vittime sul web, detenzione di un'ingente quantità di materiale pornografico e pedopornografico e l'aver ripetuto più volte il reato sono le accuse rivolte dal pubblico ministero al 35enne.
Per ogni ragazza, di cui l'uomo svelava anche il nome e la città di provenienza, Pizzotti faceva una recensione delle abilità sessuali, ovviamente inventate, visto che con nessuna di loro l'uomo aveva mai avuto rapporti sessuali.
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Il Gazzettino