Pedopornografia, beccata una rete d'utenti che si scambiava foto di minori in chat. Denunciati anche quattro ragazzini

Per iscriversi al canale, gli utenti dovevano anche pagare una quota di 25 euro. Arrestato il creatore del gruppo, sequestrate migliaia di fotografie scambiate tra gli iscritti. Elevate 12 denunce, quattro a giovanissimi.

Maxi inchiesta di contrasto alla diffusione online di materiale pedopornografico
VENETO - Si scambiavano materiale pedopornografico online: smatellata una rete d'utenti che sfruttavano le immagini dei minori e sequestrati migliaia di file. Una maxi...

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VENETO - Si scambiavano materiale pedopornografico online: smatellata una rete d'utenti che sfruttavano le immagini dei minori e sequestrati migliaia di file. Una maxi indagine partita dai poliziotti del dipartimento di polizia postale e delle comunicazioni di Torino che ha visto indagate anche alcune persone residenti in Veneto. 

L'idagine sotto copertura

Fingendosi degli utenti in cerca di materiale perdopornografico, gli operatori sotto copertura sono entrati in contatto con le altre persone dentro al gruppo che dichiaravano apertamente, quasi fosse un motivo di vanto, di avere materiale pedopornografico. Materiale che in alcuni casi veniva anche pubblicato e condiviso direttamente all'interno del gruppo così che tutti potessero vederlo. La discussione poi procedeva su scambi e dettagli del materiale in possesso. Gli investigatori hanno fatto in modo di ottenere la fiducia dei membri del gruppo e sono riusciti a risalire alle tracce informatiche dei loro dispositivi. Queste hanno consentito l'individuazione di tutti i presenti del gruppo e soprattutto dell'amministratore che ha creato il canale dove veniva condiviso il materiale. Per accedervi, gli utenti interessati dovevano iscriversi e pagare una quota di 25 euro

Il "boss" del gruppo

L'admin e creatore di questo gruppo nato su una delle piattaforme di messaggistica istantanea più diffuse ed utilizzate, è di Napoli ed è stato arrestato in Calabria con le accuse di commercio di materiale pedopornografico aggravato e per aver utilizzato strumenti per impedirne l'identificazione. Oltre a numerosi supporti informatici, gli sono state sequestrate carte di debito e di credito e un portafogli elettronico. Il procedimento penale, come ricorda la polizia in una nota, è nella fase delle indagini preliminari, pertanto vige la presunzione di non colpevolezza dell'indagato, sino alla sentenza definitiva.

La rete di utenti

I decreti di perquisizione eseguiti sono stati 12 e altrettante le denunce elevate di cui quattro a giovanissimi, minorenni, ritenuti responsabili di detenzione e diffusione di contenuti realizzati mediante lo sfruttamento di ragazzini con meno di 18 anni. Sono state arrestate tre persone in Campania, Calabria e Lombardia e sequestrati migliaia di file pedopornografici. L'attività diretta dalla Procura di Torino, gruppo criminalità organizzata e reati informatici e coordinata dal Centro nazionale di contrasto della pedopornografica online del servizio di polizia postale e delle comunicazioni di Roma che ha interessato tutto il territorio nazionale coinvolgendo anche altri Uffici della specialità, quali i compartimenti Abruzzo, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto. L'indagine mirava proprio al contrasto della diffusione di materiale pedopornografico attraverso la rete. 

 

 

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Il Gazzettino