Ferrovia pedemontana abbandonata: ridotte 6 delle 20 corse giornaliere

Ferrovia pedemontana abbandonata: ridotte 6 delle 20 corse giornaliere
Il sindaco di Maniago Andrea Carli ha un diavolo per capello sulla questione della ferrovia pedemontana. Una tratta che avrebbe delle ottime potenzialità, ma che invece...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il sindaco di Maniago Andrea Carli ha un diavolo per capello sulla questione della ferrovia pedemontana. Una tratta che avrebbe delle ottime potenzialità, ma che invece è stata in qualche modo abbandonata al proprio destino. E ora è arrivata la mazzata della riduzione di 6 delle 20 corse giornaliere, con quattro soppressioni e due sostituzioni con i bus. «Eppure i dati sono positivi - rileva Carli -: da un confronto tra i primi tre trimestri del 2018 e quelli di quest'anno c'è un aumento degli utenti e, in prospettiva, per fine anno sono persuaso si possano raggiungere i 100 mila passeggeri, 10 mila in più di dodici mesi fa. Di fronte a questa crescita la decisione è stata quella di tagliare corse e, soprattutto, lo si è fatto senza minimamente ascoltare le esigenze del territorio. Siamo ormai al paradosso: le decisioni si assumono chiedendo a un presunto esperto di Gemona quali sono i bisogni della pedemontana pordenonese. Siamo senza parole».

 
LA RABBIA DEL SINDACOCarli ricorda, ad esempio, che la corsa delle 8.24 per Sacile era utile e frequentata (mentre dal 16 dicembre ci sarà un buco di sei ore, dalle 7 alle 13, per chi si muove verso Venezia) e che l'ultima della sera poteva rappresentare un'opportunità per i lavoratori impegnati in straordinari. «Non chiedevamo molto, ma almeno l'ascolto delle istanze del territorio, una minima condivisione. Invece, nulla: ci siamo trovati i nuovi orari con relative soppressioni nel sito di Trenitalia. Adesso, però, la Regione ci deve dire chiaramente cosa intende fare per il futuro: a maggio c'è stato un incontro per il fondamentale allungamento della tratta fino a Travesio. Non servono milioni: ci sono soltanto quattro passaggi a livello da sistemare, ma da allora il silenzio è stato assordante. Che fine ha fatto il consigliere regionale Zanon che da sindaco è stato un paladino della riapertura? Da quando è stato eletto in Regione (con un anno di ritardo, per un ricorso al Tar, ndr) non è più intervenuto sulla questione. Eppure sono proprio i suoi concittadini di Cavasso, e gli abitanti di Fanna e Meduno, che vengono da me e chiedono quando il treno tornerà a transitare. Senza parlare degli investimenti straordinari della Roncadin, che ha anche un progetto vincente in termini di turismo industriale, tralasciando l'aspetto fondamentale che molti dei suoi 600 addetti potrebbero lasciare l'auto a casa».

REGIONE SOTTO ACCUSA«È ormai chiaro a tutti che la Regione si è disimpegnata - conclude Carli -: sarei lieto di essere smentito, ma se alla giunta precedente è stata mossa l'accusa di troppo attivismo, che peraltro contesto, dell'attuale possiamo solo dire che sono spariti. E se pensano di usare i treni storici come diversivo, si sbagliano di grosso. Quel progetto (che costa quasi mezzo milione di euro l'anno, ndr) proposto com'è oggi, è fine a se stesso: qui bisogna occuparsi del trasporto pubblico locale».
Lorenzo Padovan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino