Pedemontana, un buco di 50 milioni nei prossimi tre anni

Pedemontana, un buco di 50 milioni nei prossimi tre anni
Una perdita secca di 24 milioni di euro già l'anno prossimo. Poi altri 15,7 nel 2024. E 14,1 nel 2025. In tutto oltre 50 milioni di buco nel triennio perché le...

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Una perdita secca di 24 milioni di euro già l'anno prossimo. Poi altri 15,7 nel 2024. E 14,1 nel 2025. In tutto oltre 50 milioni di buco nel triennio perché le entrate da pedaggio non saranno sufficienti a coprire i costi, a partire dalla corresponsione del canone di disponibilità che la Regione deve pagare al concessionario, cioè alla società Sis. Tutto questo è scritto nel bilancio di previsione della Regione del Veneto attualmente in discussione nelle commissioni a Palazzo Ferro Fini. «Una paginetta e mezza in un dossier di oltre 300 pagine», dice il consigliere regionale Andrea Zanoni (Pd), il primo a chiedere lumi sui costi della superstrada a pagamento e ad ottenere una risposta che finora non era mai stata esplicitata. Nel bilancio è scritto che le previsioni di entrata (pedaggi) e le previsioni di spesa (canone a Sis) sono state calcolate facendo riferimento alla tabella Stima traffico veicolare su base annua' elaborata dalla consulente Veronica Vecchi, incaricata dalla Regione del Veneto in occasione del terzo atto convenzionale. Per quanto riguarda i ricavi, il 2023 è diviso in due parti: da gennaio a luglio senza l'interconnessione con l'A4 e da agosto a dicembre, quando ci sarà il c9ollegamento con l'autostrada. Le cifre riportate nel documento sono state abbassate dai tecnici durante i lavori della Seconda commissione, ma il buco è confermato: 24 milioni (anziché 29) per il 2023. «Cominciano i prelievi dalle tasche dei cittadini per pagare i mancati introiti della Pedemontana- ha detto Zanoni -. La superstrada si conferma come grande opera vampiro' a livello nazionale».


Intanto l'ingegnere Elisabetta Pellegrini, attuale direttore del Dipartimento Infrastrutture, lascia la Regione per guidare la Struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture (è uno dei posti chiave del dicastero di Matteo Salvini, da qui passa la programmazione delle risorse e la scelta delle opere strategiche) al posto di Giuseppe Catalano che ha deciso di tornare all'Università. Se è presumibile che Pellegrini continuerà a occuparsi delle opere legate alle Olimpiadi, resta da capire chi adesso in Veneto seguirà le Infrastrutture, Pedemontana compresa.

(al.va.)

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Il Gazzettino