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MESTRE - Non c’è solo via Piave, non c’è solo l’area della stazione, non c’è solo la piazza. Anche via Bissuola sta pagando il suo pesante tributo alla moda criminale degli spaccavetrine: tanti i colpi messi a segno anche nella strada del parco. A farne le spese, in particolare, la pasticceria “Loredana” che si è ritrovata a fare i conti con una visita poco gradita in ben tre occasioni dall’inizio dell’anno. Il 1.gennaio, infatti, i ladri avevano forzato la porta d’ingresso ma, una volta fatto scattare l’allarme, erano fuggiti senza nemmeno provare a rubare qualcosa. Una settimana dopo, l’8 gennaio, alle 3 di notte, i banditi avevano sfondato la vetrina con un tombino di ghisa (uno dei sistemi più utilizzati in questa impennata di raid). Avevano rovistato tra i cassetti prima di fuggire: anche in quel caso bottino esiguo ma danno decisamente importante.
L’ULTIMO COLPO
Ultimo blitz quello tra il 9 e il 10 febbraio in cui hanno scassinato la porta d’entrata per poi fuggire, ancora una volta, a mani vuote. «Il problema è che in un mese e mezzo ho dovuto cambiare tre porte - spiega la titolare, Katiuscia Vanin - devo dire la verità, mi sono chiesta mille volte perché, che cosa potessero cercare in una pasticceria.
«IN GINOCCHIO»
Questi danni, però, sono una piaga. «Anche perché l’assicurazione non risarcisce il terzo episodio, il massimale si ferma a due. Sono queste cose che rischiano di mettere in ginocchio un’attività». La stessa sera dell’ultimo colpo, in via Bissuola, i ladri erano andati anche alla pizzeria d’asporto “Disco Volante”. Qualche settimana prima alla ferramenta “Negozio del colore”. «Quella sera è successo addirittura alle 23, non nel cuore della notte - prosegue Vanin - qualcuno ha notato che c’erano dei personaggi poco raccomandabili che stavano girando in zona. Abbiamo sempre denunciato ogni furto, abbiamo installato sistemi d’allarme e telecamere. Non è servito a nulla, continuiamo a subire furti. Non è possibile andare avanti così, è inaccettabile che questa gente continui a fare quello che vuole senza conseguenze». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino