TREVISO - La pasticceria 300 ha chiuso i battenti. Domenica lo storico locale di viale Monfenera ha definitivamente abbassato le serrande. Le sette dipendenti che lavoravano...
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LO SFOGO «Gli artigiani sono costretti a fare i conti con sempre più problemi legati alla pressione fiscale, alla burocrazia e alle associazioni di categoria che sono inesistenti – scandisce il titolare, Giuseppe Zamparo, 51 anni, uno dei maestri della pasticceria trevigiana – per non parlare poi dell’affitto dei 200 metri quadrati del locale in viale Monfenera. Una cifra che non si riesce nemmeno a immaginare, pari anche al doppio degli affitti che ci sono dentro le mura di Treviso».
Ma non tutto è perduto. C’è ancora uno spiraglio. La pasticceria 300 non sarà più come l’hanno conosciuta i trevigiani in oltre mezzo secolo di storia. Però potrebbe ripartire con una nuova gestione: «Ci sono delle proposte – rivela il pasticcere che ha portato avanti il locale negli ultimi vent’anni – se l’operazione non si concluderà nel giro di una ventina di giorni, però, tornerò ad aprire io. Non ci sono alternative. Intanto ho scritto un cartello per dire che il locale è chiuso».
CONSEGUENZE. Le dipendenti, comunque, sono già state licenziate per chiusura dell’attività. «I locali diventano pezzi di storia solo quando chiudono.
Zamparo, infine, mette nel mirino anche le campagne per la raccolta di fondi e le sensibilizzazioni: «Ci sono associazioni come l’Ail che vanno in piazza a vendere piante, arance e uova di cioccolata. Sono tutte risorse che mancano agli artigiani – conclude senza nascondere l’amarezza – discorso simile per quanto riguarda la campagna che era stata lanciata a sostegno di Melegatti. Non aveva una ragione. Così ha poco senso. E alla fine anche nel periodo di Natale il margine per le pasticcerie è diventato sempre più risicato». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino