OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ODERZO (TREVISO) - Inizialmente era stata iscritta nel registro degli indagati tutta l'équipe medica. Ma a processo, per l'accusa di omicidio colposo (e per lesioni colpose nei confronti della madre), è finita soltanto la ginecologa dell'ospedale di Oderzo che il 28 giugno 2016, secondo la Procura, avrebbe ritardato troppo un parto cesareo provocando la morte, dopo due giorni dalla nascita, di Agata Maria. Ma in udienza il consulente tecnico nominato dal giudice è arrivato a una conclusione diversa: la piccola soffriva di ipossia a causa della rottura dell'utero della madre almeno da tre quarti d'ora prima di quando venne chiamata la ginecologa. Che prima di effettuare il parto cesareo aveva deciso di provare a estrarre la bimba con la ventosa in quanto per preparare la sala operatoria sarebbero stati necessari circa trenta minuti e il consusi doveva agire in fretta. Tentativo fallito, a cui seguì il cesareo. Ma il ritardo nell'intervento aveva già provocato alla neonata una paralisi cerebrale.
LA VICENDA
Come detto, il decesso Il decesso avvenne il 30 giugno 2016.
LA CHIAMATA
Prima della chiamata alla ginecologa passa circa mezz'ora, e quando la dottoressa arriva, dopo aver analizzato la situazione, decide di provare a far nascere la bimba utilizzando la ventosa: per andare in sala operatoria sarebbe servito troppo tempo. Ma il cesareo si dovette fare comunque, dopo che il tentativo non riuscì. La perizia disposta dalla Procura disse che visto il quadro clinico si doveva intervenire subito con un taglio cesareo. Ma ieri sia il consulente del pm che quello della difesa hanno messo il dito sul ritardo con cui l'ostetrica che stava seguendo il monitoraggio avvisò il medico che la situazione stava precipitando.
G.Pav.
Il Gazzettino