Neonata morta due giorni dopo il parto: cosa è successo durante il cesareo e perché la piccola Agata Maria non ce l'ha fatta?

Sabato 27 Novembre 2021
Neonata morta due giorni dopo il parto

ODERZO (TREVISO) - Inizialmente era stata iscritta nel registro degli indagati tutta l'équipe medica. Ma a processo, per l'accusa di omicidio colposo (e per lesioni colpose nei confronti della madre), è finita soltanto la ginecologa dell'ospedale di Oderzo che il 28 giugno 2016, secondo la Procura, avrebbe ritardato troppo un parto cesareo provocando la morte, dopo due giorni dalla nascita, di Agata Maria. Ma in udienza il consulente tecnico nominato dal giudice è arrivato a una conclusione diversa: la piccola soffriva di ipossia a causa della rottura dell'utero della madre almeno da tre quarti d'ora prima di quando venne chiamata la ginecologa.

Che prima di effettuare il parto cesareo aveva deciso di provare a estrarre la bimba con la ventosa in quanto per preparare la sala operatoria sarebbero stati necessari circa trenta minuti e il consusi doveva agire in fretta. Tentativo fallito, a cui seguì il cesareo. Ma il ritardo nell'intervento aveva già provocato alla neonata una paralisi cerebrale.


LA VICENDA

Come detto, il decesso Il decesso avvenne il 30 giugno 2016. Il dramma ebbe inizio il giorno prima del parto, quando la madre si era presentata in ospedale a Oderzo perché, ormai prossima al parto, avvertiva dei forti dolori addominali. La visita a cui venne sottoposta nel reparto di ginecologia e ostetricia non evidenziò problemi, tanto che la donna venne rimandata a casa. Il giorno dopo però, visto che continuava ad avere dolori, venne ricoverata e tenuta sotto monitoraggio. Inizia il travaglio, con i macchinari che tengono sotto controllo la situazione. Era circa mezzogiorno, e fino alla sera tutto è proceduto nel migliore dei modi. Poco prima delle 22 però la situazione è precipitata: il tracciato evidenziava problemi.


LA CHIAMATA

Prima della chiamata alla ginecologa passa circa mezz'ora, e quando la dottoressa arriva, dopo aver analizzato la situazione, decide di provare a far nascere la bimba utilizzando la ventosa: per andare in sala operatoria sarebbe servito troppo tempo. Ma il cesareo si dovette fare comunque, dopo che il tentativo non riuscì. La perizia disposta dalla Procura disse che visto il quadro clinico si doveva intervenire subito con un taglio cesareo. Ma ieri sia il consulente del pm che quello della difesa hanno messo il dito sul ritardo con cui l'ostetrica che stava seguendo il monitoraggio avvisò il medico che la situazione stava precipitando.
G.Pav.

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