Parte dal Veneto la crociata contro le trivellazioni

Piattaforma off-shore
VENEZIA - Coerente con una tradizione conservativa dei fondali dell’Adriatico, il Veneto si candida a guidare la crociata delle regioni contro le trivellazioni al largo...

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VENEZIA - Coerente con una tradizione conservativa dei fondali dell’Adriatico, il Veneto si candida a guidare la crociata delle regioni contro le trivellazioni al largo delle coste italiane. È bastato il via libera - per la misera, irrisoria, irridente cifra di duemila euro all’anno - alle prospezioni finalizzate alla ricerca di idrocarburi al largo delle Tremiti, in Puglia, a scatenare il putiferio. E la levata di scudi che da Venezia e Bari coinvolge dieci regioni italiane, promotrici dei referendum popolari.


Il ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi, si è affrettata a dichiarare che in Adriatico non è stata autorizzata alcuna trivellazione. I permessi riguardano soltanto le «prospezioni» e solo oltre le 12 miglia marine. Ma questo non ha rassicurato i comitati anti-trivelle che invocano una moratoria di tutte le attività offshore. Ma ad insorgere sono i governatori. L’altro giorno Michele Emiliano, presidente della Puglia. Ieri Luca Zaia, presidente del Veneto. «Io Venezia e il turismo veneto non li svendo per duecento miliardi, figurarsi per duemila euro. Siamo pronti a combattere al fianco delle altre Regioni, in ogni sede, con ogni mezzo lecito». Anche perchè la strada dei referendum è stata in parte tagliata dal governo.

«L’articolo 239 della Legge di Stabilità – spiega Zaia – ha falcidiato, ma non ucciso, i sei referendum proposti dalle Regioni. Uno è rimasto in piedi». È quello che si oppone alla proroga delle concessioni per tutta la durata del giacimento. Zaia parla di un «pericoloso scempio, i cui rischi superano di gran lunga i presunti benefici» e chiede al governo di «adoperarsi in campo internazionale perché finiscano le trivellazioni in Croazia».
Gli fa eco Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto: «Le norme della legge di stabilità servono solo a eludere i referendum presentati da dieci Regioni. Il governo vuole evitarli. Ricorreremo alla Corte Costituzionale».


«Adesso l’Adriatico, dal Veneto alla Puglia, oltre le 12 miglia sarà nelle mani dei petrolieri che faranno ciò che vogliono» denuncia la deputata Silvia Benedetti del Movimento Cinque Stelle. Che aggiunge: «Il governo imbroglia le carte, il Pd non è contro le trivellazioni: l’Adriatico è in pericolo, con ben 23 istanze di prospezione e milioni di ettari richiesti». Replica Laura Puppato, del Pd: «Sono autorizzazioni per la sola ricerca, non per l'estrazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino