VENEZIA - «Il servitore trascura gli orari, mi fa male al cuore vedere l'orario nelle parrocchie, poi non c'è porta aperta, non c'è prete, non...
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«Il Papa parlava della totale disponibilità anche come atteggiamento del cuore - osserva monsignor Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia - La giornata del prete è sempre strapiena, di appuntamenti, impegni, necessità di dare più risposte in contemporanea e si aggiungono pure i contrattempi.(((sperandioa))) Mettere degli orari non deve essere uno stile ma può essere utile anche per fermarsi a pregare, curare l'aspetto spirituale, verificare il proprio percorso: se si è in tensione o affollati di pensieri e di preoccupazioni, poi non si è neanche pronti ad accogliere come si dovrebbe. Non a caso la vita del monastero suggeriva proprio la diversificazione del tempo come soluzione opportuna».
La carenza delle vocazioni, volenti o nolenti, è un nodo con cui fare i conti, tanto che sempre di più i vescovi sono costretti a nominare parroci "a scavalco" alla guida di più comunità. «È una strada obbligata e bisogna venirsi incontro, il parroco non deve mai diventare un burocrate ma essere sempre un ministro compassionevole - aggiunge monsignor Tessarollo - Poi, se si vuole che tutte le chiese restino aperte, allora serve la disponibilità dei laici: ci vuole la reciprocità di chi serve ma anche di chi chiede il servizio, per realizzare nei fatti un vero cammino di comunione. Io dico sempre che dalla collaborazione deve nasce la corresponsabilità perché solo così nasce la responsabilità di ciascuno. Il Papa giustamente ha sottolineato la figura del servitore, che è colui che compartecipa alla stessa opera, con umiltà e il massimo spirito di servizio».(((sperandioa)))
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Il Gazzettino