VENEZIA - Il cardinale Pietro Parolin nuovo patriarca di Venezia al posto di monsignor Francesco Moraglia? La voce non è nuova, ma ora l'indiscrezione, uscita dalle...
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Dal palazzo patriarcale di San Marco, intanto, non arriva alcun commento ufficiale. A trapelare è solo che, a quanto consta in Curia, l'indiscrezione dell'avvicendamento sarebbe infondata, mentre a proposito della spinosa vicenda di Fra Tino si parla di ottimismo e fiducia nell'operato della magistratura per l'individuazione dell'autore non solo dei volantini, ma anche del corvo che farebbe da mandante.
IL MALESSERE
Una situazione delicata e complessa, comunque, che coinvolge lo stesso clero, la cui componente più vecchia è stata via via estromessa da Moraglia da ogni incarico di responsabilità, affidati alla classe dei trentenni e dei quarantenni e in alcuni casi a sacerdoti freschi di ordinazione. Gli stessi collaboratori più stretti della prima ora di Moraglia, registi di operazioni delicate sul piano pastorale e pure economico, un anno fa sono stati mandati a fare i parroci alle estremità della diocesi. Il Papa, che della situazione in laguna è ben informato, starebbe dunque meditando il grande cambio pensando che stia arrivando il momento più opportuno per attuarlo. Il quotidiano La Verità, nell'articolo firmato con lo pseudonimo Massimo Credito, ha ipotizzato lo spostamento in laguna di Parolin, porporato di origini venete (è vicentino di Schiavon) di cui il Papa ha da sempre molta stima, avendolo voluto con sé per le sue doti umane e diplomatiche da nunzio apostolico. Il trasferimento avverrebbe entro fine anno in una sorta di promozione per rimozione che non avrebbe uguali. La mossa, infatti, servirebbe a centrare più obiettivi in un colpo solo. Il più immediato sarebbe una presa di posizione formale di fronte allo scandalo finanziario che sta investendo la Santa Sede, in riferimento all'acquisto di un edificio di lusso nel cuore di Londra per centinaia di milioni di euro di cui la Segreteria di Stato Vaticano non avrebbe informato a sufficienza il Papa: punizione utile a Francesco per parare l'obiezione di farla passare in cavalleria. Questo solo in apparenza, tuttavia, perché in realtà l'operazione sarebbe più complessa.
Francesco avvicinerebbe a casa Parolin, che vorrebbe stare più vicino alla madre molto anziana che attualmente risiede con una figlia vicino a Verona (con la quale il porporato è solito trascorrere qualche giorno di vacanza ad agosto tra le montagne del Primiero, in Trentino, dove la voce di un possibile arrivo a Venezia circola da un po') e che a Padova ha i suoi medici di fiducia per alcuni problemi di salute dopo l'operazione cui si sottopose sei anni fa in concomitanza con la sua nomina a Segretario di Stato.
LA SUCCESSIONE
Ma la scelta di mandarlo a Venezia, diocesi che nel secolo scorso ha dato ben tre papi (Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I),potrebbe anche essere letta come indicazione di Parolin come suo possibile successore alla guida della Chiesa. D'altro canto questo consentirebbe lo spostamento di Moraglia sul quale il Papa starebbe ragionando già da un po' di tempo. È evidente infatti l'atteggiamento di Francesco nei confronti dell'attuale patriarca: lo dimostra il fatto che ripetutamente non l'ha promosso cardinale nei suoi concistori, con la non secondaria conseguenza che Venezia oggi non sarebbe rappresentata in Conclave. Inoltre, nonostante la promessa di una visita a Venezia, annunciata dallo stesso Moraglia, questa di fatto non sia mai avvenuta né sia mai stata neanche programmata. Per alcuni ben informati l'exit strategy potrebbe essere quella di mandare Moraglia a Genova, di dove è originario e dove a gennaio scade la proroga biennale dell'arcivescovo Angelo Bagnasco, sponsor dell'attuale patriarca che è espressione della corrente dei genovesi i quali, quando Scola andò a Milano, pretesero per loro la sede di Venezia. La scelta cadde su Moraglia, il cui mentore è indicato nel cardinale Mauro Piacenza, non a caso invitato a celebrare la solennità dell'Assunta nell'isola di Torcello lo scorso Ferragosto, ma tra i primi a essere declassato da Francesco.
Con il cardinale Parolin patriarca, Venezia tornerebbe a essere presente in cappella Sistina per l'elezione del nuovo Papa, in caso di morte di Francesco o se anche questi, sull'esempio di Benedetto XVI, a un certo punto decidesse di dimettersi, prospettiva da molti data per possibile.
Alvise Sperandio
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Il Gazzettino