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ROVIGO - Due nuovi passi in avanti, di notevole portata, per entrare in possesso della porzione di parco Langer ora di proprietà dell’Agenzia del Demanio. Due passi avanti, dal punto di vista tecnico e amministrativo, legati a due progetti preparati dal Comune che scrivono il futuro del polmone verde della città. Il tutto in accordo con gli altri enti con voce in capitolo sull’area: la Soprintendenza e il Demanio. A spiegare lo stato dell’operazione, più volte definita dal sindaco Edoardo Gaffeo «di federalismo demaniale», è l’assessore all’Ambiente Dina Merlo.
In sostanza, l’acquisizione di parco Langer da parte di Palazzo Nodari passa attraverso due distinte progettazioni: «Un piano di valorizzazione complessivo - afferma Merlo - che dia l’idea della destinazione dell’area e che si svilupperà in un arco temporale di lunga durata. Rispetto a questo piano la Soprintendenza ha chiesto un impegno da parte dell’amministrazione di carattere più immediato e a breve termine che riguarda la messa in sicurezza della zona del vecchio campo di calcio e della “casa” dell’ex tiro a segno».
PIANO DI RECUPERO
Sarà su questi due immobili che si concentrerà il primo sforzo del piano di recupero varato dal Comune, per il quale sono stati stanziati 95mila euro, e la progettazione, ora allo stadio esecutivo, è stata affidata all’architetto, esterno a Palazzo Nodari, Federico Candian, affiancato da Enrico Piva, dell’Ordine provinciale dei dottori agronomi e forestali, per il servizio tecnico di supporto alla progettazione in ambito agronomo e forestale. «Questi passaggi - chiarisce l’assessore - concordati in precedenza con Soprintendenza e Demanio che ci hanno fornito le indicazioni e informazioni che il Comune ha già recepito, ci permetteranno di ottenere la concessione dell’area da parte del Demanio nell’ambito di un tavolo tecnico che vede coinvolti tutti i tre enti. In questo modo il Comune potrà acquisire il titolo di concessione e operare a pieno titolo all’interno dell’area, diventandone, di fatto, proprietario».
La “casa” dell’ex tiro a segno che sarà messa in sicurezza, risalente alla seconda metà dell’Ottocento, è all’interno del maestoso bosco di oltre 7 ettari che si estende a sud del canale Ceresolo. È uno degli edifici principali dell’ex poligono e un tempo ospitava gli uffici e la direzione, mentre gli altri manufatti che risultano distribuiti su tutta l’area, in condizioni di totale abbandono, erano adibiti a edicole di sparo, totem porta bersagli, ripari per gli zappatori, muri d’ala per il tiro con la pistola. E se la messa in sicurezza che avverrà a stretto giro, superati gli ultimi passaggi, come detto rappresenta un investimento di 95mila euro, il più ampio progetto di valorizzazione complessiva prevede una serie di investimenti più consistenti «che saranno distribuiti negli anni successivi, in una operazione di ripartizione cui parteciperanno anche altri soggetti con alcuni finanziamenti come, per esempio, la Fondazione Cariparo».
E pensare che il Comune dovrebbe essere proprietario dell’area ex tiro a segno già da oltre 30 anni.
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Il Gazzettino