Le vere ultime ore di Albino Luciani, la morte del Papa veneto

Le vere ultime ore di Albino Luciani, la morte del Papa veneto
VENEZIA - Un giallo che non è un giallo, perché papa Luciani non fu ucciso, ma morì nel sonno di morte improvvisa, proprio come quella che l'altra...

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VENEZIA - Un giallo che non è un giallo, perché papa Luciani non fu ucciso, ma morì nel sonno di morte improvvisa, proprio come quella che l'altra domenica ha colto il calciatore Davide Astori. «Che sia stato ammazzato continuano a crederlo ancora in molti, ma è la più grande fake news del Novecento», scandisce Stefania Falasca, giornalista vaticanista, editorialista del quotidiano della Cei Avvenire, vice postulatrice del processo canonico. E, soprattutto, autrice di Papa Luciani, cronaca di una morte (ed. Piemme, 252 pag., 17 euro), che presenterà domani a Venezia, alle 11, nella sala convegni di Sant'Apollonia affianco al Museo diocesano a San Marco. Un incontro alla presenza di relatori di riguardo: con il padrone di casa, il Patriarca Francesco Moraglia, ci saranno il cardinale Segretario di Stato Vaticano Pietro Parolin, lo storico Giampaolo Romanato e la nipote di Albino Luciani Lina Petrin, moderati dal direttore di Tv2000 Paolo Ruffini.


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«Con questo libro non ho inteso rispondere a qualcuno spiega Falasca È un lavoro di ricerca, acquisizione e analisi delle fonti, per vedere come andò davvero la storia. Fa pienamente luce sull'epilogo di una figura straordinaria, che è stato così distorto in chiacchiere e false allusioni, da nascondere il valore enorme di quel brevissimo, ma decisivo Pontificato». Non un romanzo, dunque, ma una pubblicazione frutto di un'indagine archivistica che muove dai documenti secretati, dai referti medici e dalle testimonianze, prima tra tutte quella di suor Margherita Marin, che all'epoca aveva 37 anni e oggi ne ha 76 e che nel 2009 ha deposto come teste a Trento su indicazione della Postulazione della Causa di canonizzazione. Fu lei, assieme a suor Vincenza Taffarel che assisteva il Santo Padre da 20 anni, a trovarlo morte all'alba del 29 settembre, sereno e composto nel suo letto, tanto da pensare che non si accorse di nulla.

«La sera del 28, 33 giorni dopo essere stato eletto ricorda Falasca Luciani prima di cena ebbe un malore mentre pregava assieme al segretario, ma lo sottovalutò. D'altronde, seppure un po' fragile, non aveva guai seri di salute e il problema vascolare all'occhio patito nel 1975, quand'era Patriarca, era guarito perfettamente grazie alle cure del professor Giovanni Rama. La fitta che avvertì al petto evidentemente la attribuì all'artrite di cui soffriva da tempo e che poco prima di partire per il Conclave stava curando al Lido di Venezia». Invece era un segno premonitore di quello che sarebbe accaduto più tardi, verso le 23, quando Luciani era già coricato e stava leggendo dei fogli dattiloscritti, forse l'intervento dell'udienza generale del mercoledì: il medico Renato Buzzonetti scrisse che si trattava di morte improvvisa «che è sempre naturale».


 

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Il Gazzettino