Papà animatore a cinquant’anni: «Così ho fatto ballare la spiaggia con le mie figlie»

TREVISO - Missione impossibile fotografare la famiglia Agbortabi al completo, se sono fortunati si ritrovano tutti insieme per Natale. Il resto dell’anno i figli...

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TREVISO - Missione impossibile fotografare la famiglia Agbortabi al completo, se sono fortunati si ritrovano tutti insieme per Natale. Il resto dell’anno i figli Rebecca, sedici anni velocista di Trevisatletica, Emanuela ventun anni centrale in A2 del volley Costa Volpino di Bergamo, e Riccardo ventitré anni, due metri e tre di altezza, già campione d’Italia under 20 e nuovo acquisto della siciliana Orlandina Basket, sono in giro per l’Italia impegnati in mille competizioni e trasferte. Nel quartiere di San Giuseppe sono delle star, amati da tutti: quando Rebecca è diventata campionessa italiana cadette nei 300 e nei 4 X 100 nel 2021, i vicini hanno festeggiato il suo ritorno con bandierine, musica, torte e prosecco. Papà Saint John, cinquantaquattro anni portati in modo da dimostrarne invidiabilmente 20 di meno, ballerino e musicista, e mamma Olga, quarantaquattro, sono arrivati dalla Bielorussia alla fine degli anni ‘90.

VULCANICO

«Sono nato a Bamenda - racconta Saint John - una città del Camerun che si trova a 1600 metri e dove fa sempre fresco. Mi hanno chiamato Saint John forse perché c’era un destino speciale ad attendermi ed è stato così. Abbiamo tre figli campioni che continuano a regalarci ogni giorno delle grandi soddisfazioni». Fisico atletico, musicista, ballerino, ha fatto saltare la spiaggia di Caorle per tutta l’estate, soprattutto le donne, più curiose, più partecipative degli uomini e abbagliate dal suo fisico statuario. Per otto ore al giorno, da uno stabilimento all’altro, ha portato il suo sorriso, i ritmi e i movimenti del free style, della zumba, dell’aerobica. Impossibile non accorgersi del suo arrivo: occhiali bianchi, pantaloncino rosso, tappetino yoga e cassa da 90 watt portata come un trolley anche dalle quattro di pomeriggio quando il sole frigge i piedi sulla sabbia. Chi lo vedeva per la prima volta pensava fosse un artista di strada, o meglio di spiaggia, e non uno degli animatori assunti dal Consorzio Arenili per offrire alle migliaia di turisti, animazione per adulti e bambini, con sullo sfondo le belle piattaforme blu per tuffi e giochi a cento metri dalla costa. Accanto a Saint John la figlia Rebecca per scatenare le aspirazioni danzanti di turisti e fan sulle note di salsa, merengue, flamenco, mambo, reggaeton, samba, hip hop.

IL SEGRETO

«Molti mi chiedono qual è il segreto della mia forma fisica - dice Saint John. Mangio quello che c’è, caffelatte, pane burro e marmellata, e poi mi alleno in palestra e in sala; ballo quattro o cinque ore al giorno. È sempre stato così. In Bielorussia, dove mi sono laureato in lingue e letteratura russa, facevo parte di una compagnia che si esibiva negli hotel e nei teatri, e anche in Italia per diversi anni ho partecipato a varie tournée da nord a sud. Durante l’anno insegno hip hop, zumba, free style in una scuola a Villorba, e la sera scrivo musica nel mio studio insonorizzato a casa; il genere è afrohouse, diversi brani come “Rocky on me” sono su Spotify». In casa Agbortabi, all’ingresso c’è un espositore con centinaia di medaglie e un poster di Rebecca che taglia il traguardo con le mani alzate. Papà e le due figlie ridono e scherzano anche quando il discorso affronta lo scottante tema del razzismo e il clamoroso abbandono della nazionale di Paola Egonu. Dei tre fratelli Agbortabi, la più impegnata su questo fronte è Emanuela, in prima fila nelle battaglie di Black Lives Matter: «Sono d’accordo con il gesto di Paola, perché è servito ad accendere i riflettori su un problema reale. Anche noi abbiamo subito piccoli episodi di razzismo, a mio fratello hanno dato della scimmia, a me della negra di m.... Per alcune persone è ancora difficile capire che noi siamo italiani, anzi trevigiani; che quando torniamo dalle nostre trasferte e vediamo la scritta Treviso dal treno il nostro cuore esulta di gioia. Per noi è casa».

 

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Il Gazzettino