Assunti in nero per vendere panini nelle scuole: stop all'attività della ditta

Assunti in nero per vendere panini nelle scuole: stop all'attività della ditta
ROVIGO -  Il lato oscuro del panino a scuola. Un massiccio controllo nelle scuole polesane ha infatti fatto saltare fuori che ben 11 dei 15 lavoratori che...

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ROVIGO -  Il lato oscuro del panino a scuola. Un massiccio controllo nelle scuole polesane ha infatti fatto saltare fuori che ben 11 dei 15 lavoratori che nell’intervallo si presentavano negli istituti per vendere i panini e le merende agli studenti, erano sprovvisti di un regolare contratto. Quindi, lavoratori in nero.

ISPETTORATO DEL LAVORO
L’operazione risale a febbraio, quando i funzionari ispettivi dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Rovigo, ora unito a quello di Ferrara, insieme ai carabinieri dello specifico Nucleo, insieme a quelli del Comando provinciale di Rovigo, hanno effettuato controlli a tappeto sulla regolarità dei rapporti di lavoro del personale addetto alla distribuzione di panini e merende in alcuni istituti scolastici pubblici della provincia di Rovigo. E il risultato è stato, appunto che 11 lavoratori risultavano occupati in nero da 5 mesi, cioè dall’inizio dell’anno scolastico. E alla ditta responsabile è stato notificato un provvedimento di sospensione dell’attività d’impresa.  
BLITZ IN SIMULTANEA
I gruppi ispettivi, in orario scolastico, hanno effettuato, un blitz in contemporanea in 5 diversi istituti scolastici, nei comprensori di Rovigo, Adria, Lendinara e Badia Polesine. Nel corso degli accertamenti sono state individuate due diverse aziende che operavano in regime di affidamento diretto del servizio da parte delle strutture scolastiche ispezionate. Sono stati trovati in tutto 15 lavoratori, 11 dei quali dipendenti “in nero” di una delle due aziende controllate.
ATTIVITÀ SOSPESA
L’Ispettorato Territoriale del Lavoro spiega in una nota di aver quindi provveduto a notificare all’azienda in questione il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Oltre alla maxi sanzione per “lavoro nero”. Per l’Ispettorato Nazionale del Lavoro la lotta allo sfruttamento del lavoro nero è una delle priorità programmatiche, come ribadito anche recentemente: «Azioni incisive di contrasto siano indispensabili per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche per la difesa delle condizioni dei lavoratori sotto il profilo retributivo e contributivo e della situazione economica delle aziende».
SICUREZZA DEL LAVORO
E, uno degli strumenti di contrasto al lavoro irregolare, è proprio il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale in presenza di gravi violazioni in materia di lavoro e di tutela della salute e della sicurezza, che consente al personale ispettivo degli Ispettorati Territoriali del Lavoro di sospendere l’attività imprenditoriale in caso di violazioni nei seguenti casi: gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza, oppure, come nel caso della ditta che vendeva merende agli studenti polesani, l’impiego di personale non risultante dalla documentazione obbligatoria in misura pari o superiore al 20% del totale dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro.
TERRITORIO MONITORATO

Un provvedimento analogo è scattato, proprio nei giorni scorsi, anche nei confronti di una ditta tessile cinese di Gaiba, dove un blitz notturno della Guardia di Finanza, Comando Provinciale di Rovigo, insieme ai funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro e dei vigili del fuoco, ha portato a scoprire 11 operai intenti al lavoro, ben 9 dei quali sono risultati essere in nero. Dagli ultimi dati diffusi dalla Direzione generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del lavoro, relativi al 2016, la Direzione territoriale di Rovigo, ora accorpata con quella di Ferrara, ha accertato violazioni su ben 520 posizioni lavorative: i lavoratori “irregolari” sono stati 312 a fronte dei 4.093 di tutto il Veneto, mentre 15 sono stati i clandestini scovati, quasi tutti nei controlli in agricoltura, stesso numero di Venezia, su un totale regionale di 48. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino