OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
PADOVA «Il Comune di Este non la vuole? Allora la installiamo noi». La panchina arcobaleno, simbolo della lotta all'omotransfobia, diventa un caso politico. Interessa quattro sindaci, spacca il centrosinistra e mobilita con vernice e pennelli il centrodestra. Nella Bassa Padovana il mondo si è rovesciato: l'amministrazione sostenuta dal Pd annulla l'inaugurazione promossa da Arcigay «perché serve un confronto con tutte le anime della maggioranza» e allora altri tre Comuni (due di orientamento politico opposto) si fanno avanti: «La panchina la mettiamo noi». E così eccoci al paradosso politico: il partito che ha sostenuto con forza il Ddl Zan deve stare a guardare mentre gli avversari si mettono la medaglia arcobaleno al petto: «Noi difendiamo ogni diritto».
LA RICOSTRUZIONE
Tutto parte nella città di Este, guidata da un sindaco civico sostenuto anche dal Pd e da una lista di sinistra. Martedì 17 maggio avrebbe dovuto essere inaugurata una panchina con i sette colori dell'arcobaleno, simbolo della lotta alla discriminazione, ma l'evento viene annullato. «La colpa è delle pressioni di alcuni consiglieri di maggioranza, è una vergogna» attacca l'Arcigay.
Nel giro di poche ore interviene il Pd locale («Il sindaco ci ripensi») e poi il caso diventa nazionale perché si fanno sentire il deputato Alessandro Zan e la senatrice Monica Cirinnà. «Mi rammarica che l'amministrazione di Este, dichiaratamente progressista, abbia messo in discussione un evento già programmato - sono le parole di Zan -.
LE PROPOSTE
Mentre a Este si temporeggia i Comuni vicini si attivano. Il primo a farlo è Giacomo Scapin, sindaco di Ospedaletto con una civica di centrodestra. «A fianco del monumento ai Caduti voglio mettere una panchina rossa contro la violenza sulle donne e la panchina arcobaleno. Dobbiamo accettare le diversità perché gay, lesbiche e bisessuali sono sempre esistiti sin dai tempi dei greci. Non devono nascondersi». Ieri Scapin si è rimboccato le maniche con i volontari per dipingere la panchina che sarà inaugurata sabato mattina. Poi arriva Damiano Fusaro, primo cittadino a Granze con una civica trasversale: «Faremo una panca rossa e una arcobaleno».
Ecco, infine, Elvy Bentani di Solesino. Il sindaco di centrodestra negli ultimi anni prima ha armato i vigili di pistole e giubbini antiproiettile e poi ha puntato tutto sulla videosorveglianza: «Settemila abitanti e 160 telecamere, siamo i più sorvegliati d'Italia. Solo Londra meglio di noi». Ieri si è fatto un selfie davanti alla panchina rossa e ha annunciato la nuova mossa: «Domenica inauguriamo anche una panchina arcobaleno».
LA REPLICA
Il sindaco di Este Matteo Pajola, in carica da ottobre dopo aver spodestato l'amministrazione di Lega e Forza Italia, scuote la testa: «Vedo tanta ipocrisia, più che per la panchina avrebbero dovuto mobilitarsi per il Ddl Zan». Ma allora, se l'orientamento è questo, cosa blocca questo gesto simbolico? «Avevamo dato l'ok ad una manifestazione, ma per la panchina serve un confronto ampio. Nella mia maggioranza il pluralismo è una ricchezza, non un problema». Ma quel confronto interno quando si farà? «Vediamo, ora il tema è caldo. Non c'è la giusta serenità». Domenica, intanto, a Este le associazioni Lgbt saranno in piazza con la manifestazione La panchina (in)attesa. Senza il patrocinio del Comune e con tanta voglia di protestare. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino