Panchina Arcobaleno, a Este la sinistra si divide e allora ci pensano le giunte vicine di destra

Venerdì 13 Maggio 2022 di Giovanni Brunoro, Gabriele Pipia
Il sindaco di Ospedaletto dopo la pittura arcobaleno della panchina

PADOVA «Il Comune di Este non la vuole? Allora la installiamo noi». La panchina arcobaleno, simbolo della lotta all'omotransfobia, diventa un caso politico. Interessa quattro sindaci, spacca il centrosinistra e mobilita con vernice e pennelli il centrodestra. Nella Bassa Padovana il mondo si è rovesciato: l'amministrazione sostenuta dal Pd annulla l'inaugurazione promossa da Arcigay «perché serve un confronto con tutte le anime della maggioranza» e allora altri tre Comuni (due di orientamento politico opposto) si fanno avanti: «La panchina la mettiamo noi».

E così eccoci al paradosso politico: il partito che ha sostenuto con forza il Ddl Zan deve stare a guardare mentre gli avversari si mettono la medaglia arcobaleno al petto: «Noi difendiamo ogni diritto».

LA RICOSTRUZIONE
Tutto parte nella città di Este, guidata da un sindaco civico sostenuto anche dal Pd e da una lista di sinistra. Martedì 17 maggio avrebbe dovuto essere inaugurata una panchina con i sette colori dell'arcobaleno, simbolo della lotta alla discriminazione, ma l'evento viene annullato. «La colpa è delle pressioni di alcuni consiglieri di maggioranza, è una vergogna» attacca l'Arcigay.
Nel giro di poche ore interviene il Pd locale («Il sindaco ci ripensi») e poi il caso diventa nazionale perché si fanno sentire il deputato Alessandro Zan e la senatrice Monica Cirinnà. «Mi rammarica che l'amministrazione di Este, dichiaratamente progressista, abbia messo in discussione un evento già programmato - sono le parole di Zan -. In che modo una panchina arcobaleno può risultare divisiva?»

Bentani sindaco di Solesino, il selfie davanti alla panchina rossa. Nel titolo Scapin, sindaco di Ospedaletto, dopo la pittura della panchina arcobaleno pronta per l'inaugurazione

LE PROPOSTE
Mentre a Este si temporeggia i Comuni vicini si attivano. Il primo a farlo è Giacomo Scapin, sindaco di Ospedaletto con una civica di centrodestra. «A fianco del monumento ai Caduti voglio mettere una panchina rossa contro la violenza sulle donne e la panchina arcobaleno. Dobbiamo accettare le diversità perché gay, lesbiche e bisessuali sono sempre esistiti sin dai tempi dei greci. Non devono nascondersi». Ieri Scapin si è rimboccato le maniche con i volontari per dipingere la panchina che sarà inaugurata sabato mattina. Poi arriva Damiano Fusaro, primo cittadino a Granze con una civica trasversale: «Faremo una panca rossa e una arcobaleno».
Ecco, infine, Elvy Bentani di Solesino. Il sindaco di centrodestra negli ultimi anni prima ha armato i vigili di pistole e giubbini antiproiettile e poi ha puntato tutto sulla videosorveglianza: «Settemila abitanti e 160 telecamere, siamo i più sorvegliati d'Italia. Solo Londra meglio di noi». Ieri si è fatto un selfie davanti alla panchina rossa e ha annunciato la nuova mossa: «Domenica inauguriamo anche una panchina arcobaleno».

LA REPLICA
Il sindaco di Este Matteo Pajola, in carica da ottobre dopo aver spodestato l'amministrazione di Lega e Forza Italia, scuote la testa: «Vedo tanta ipocrisia, più che per la panchina avrebbero dovuto mobilitarsi per il Ddl Zan». Ma allora, se l'orientamento è questo, cosa blocca questo gesto simbolico? «Avevamo dato l'ok ad una manifestazione, ma per la panchina serve un confronto ampio. Nella mia maggioranza il pluralismo è una ricchezza, non un problema». Ma quel confronto interno quando si farà? «Vediamo, ora il tema è caldo. Non c'è la giusta serenità». Domenica, intanto, a Este le associazioni Lgbt saranno in piazza con la manifestazione La panchina (in)attesa. Senza il patrocinio del Comune e con tanta voglia di protestare.

Ultimo aggiornamento: 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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