OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
SAN DONA' DI PIAVE - Un volo di palloncini bianchi e un lungo applauso hanno dato l'ultimo addio a Lino Maritan, 80 anni, stroncato da un infarto martedì scorso. Dietro la bara la moglie Anna, che ha rilasciato l'unico palloncino rosso a forma di cuore, con la scritta Tua per sempre e il fratello Silvano, che ha avuto un permesso speciale per presenziare al funerale di Lino. Con loro una intera comunità che ha riempito la chiesa e assiepato il piazzale di Chiesanuova, dove la famiglia Maritan abita da tre generazioni. Perchè Lino lo conoscevano tutti e non solo perchè faceva parte di una banda guidata da Silvano che per tanti anni ha fatto parlare di sé, ma anche perchè era «un bonaccione», come ricorda tra le lacrime Silvano, decisamente provato dalla perdita del fratello al quale era legatissimo. «El gera un bonaccion e vol dir che non ha mai fatto del male a nessuno. Ha sempre pagato per il nome», aggiunge Silvano che subito dopo la cerimonia funebre è stato riaccompagnato in carcere a Vicenza. Polo verde sui blue jeans, sneakers gialle ai piedi, ha seguito con attenzione e commozione la cerimonia funebre, ha pregato, ha fatto la comunione e più di una volta si è girato, chiamato, per salutare chi non vedeva da tanto tempo visto che è dal novembre del 2016 che si trova in carcere per l'omicidio di Alessandro Lovisetto. Un delitto per il quale è stato condannato a 14 anni e siccome ne ha già scontati metà, «spero che per il prossimo anno potrò tornare a casa», ha detto a Tonino Guerrieri, il suo più fedele compagno di tante disavventure, l'unico amico della vecchia guardia presente al funerale che, per il resto, era affollato dalla gente di Chiesanuova che evidentemente è d'accordo con il parroco il quale in omelia ha sentenziato: «Ricordatevi quel che diceva Gesù: chi è senza peccato, scagli al prima pietra».
LUCE RIFLESSA
Lino ne aveva di peccati, ma era anche capace di farsi amare dalla gente del paese e poi, in ogni caso, di fronte alla morte ci si inchina per rispetto del morto e di una vita vissuta che comunque ha inevitabilmente molti chiaroscuri, come ha ricordato il sacerdote.
Il Gazzettino