SAN DONA' DI PIAVE - Un volo di palloncini bianchi e un lungo applauso hanno dato l'ultimo addio a Lino Maritan, 80 anni, stroncato da un infarto martedì scorso.
LUCE RIFLESSA
Lino ne aveva di peccati, ma era anche capace di farsi amare dalla gente del paese e poi, in ogni caso, di fronte alla morte ci si inchina per rispetto del morto e di una vita vissuta che comunque ha inevitabilmente molti chiaroscuri, come ha ricordato il sacerdote. Anche perché è inevitabile fare il confronto con il fratello, Silvano, che è sempre stato il boss del Veneto Orientale, mentre Lino viveva di luce riflessa, cioè del nome del fratello più piccolo, che è sempre stato più determinato, ma anche più abile a gestire un business, soprattutto della cocaina, che è stato inventato di sana pianta proprio da Silvano Maritan. Un business che ha inondato di polvere bianca per decenni le discoteche del litorale che hanno assorbito una quantità industriale di droga. E Silvano Maritan era talmente importante nel traffico di cocaina che lo stesso Felice Maniero era stato costretto a rifornirsi da lui perché Silvano aveva i canali giusti che nemmeno Maniero era riuscito ad aprire. Il fratello più grande, Lino, invece, diceva sempre che avrebbe volentieri continuato sulle orme del padre a fare l'agricoltore. Ma Silvano gli aveva indicato la scorciatoia per far soldi in fretta e così anche lui aveva avuto qualche guaio in Tribunale, ma niente in confronto a Silvano. Con la morte di Lino Maritan finisce un'epoca, conferma tra le lacrime lo stesso Silvano Maritan che ha abbracciato figlia e nipoti prima di risalire sul cellulare, stringendo nelle mani l'ultima la fotografia di Lino. Le ceneri però saranno riportate per volontà della vedova nella casa natia di Chiesanuova, dove i fratelli Maritan sono nati e dove Lino è sempre vissuto e dove Silvano spera di fare ritorno, prima o poi per trascorrervi gli ultimi anni della sua vita in quella casa che li ha visti crescere ed ha visto morire Lino in un pomeriggio di un giorno qualsiasi.