È partita per raccontare un pezzo della storia dell’arte italiana, quella rinascimentale. La pala del Lotto, custodita nel Duomo di Asolo, è stata esposta...
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Un’affermazione forte, decisamente in controtendenza nel campo dell’arte, dove spesso la mostra è vissuta come una vetrina per promuovere quadri e artisti. Poi, magari, per fare da volano al turismo che segue sempre le mostre. «La Pala del Lotto di Asolo è danneggiata e sicuramente da restaurare» conclude la Giordani. L’assessore Gerardo Pessetto mette le mani avanti: «Non sono un esperto. Ma so che la tavola del Lotto era stata restaurata dalla Curia, che ne è la proprietaria, prima di inviare l’opera a Madrid e a Londra. Io l’ho vista, terminato il restauro, e l’ho vista ora, rientrata dall’estero. È diversa. I colori sono più opachi. È vero. E del mio stesso avviso sono anche tanti asolani, che conoscono a memoria questo capolavoro». Aggiunge, però: «Noi, come Comune, gestiamo il museo e prestiamo spesso i due quadri del Bellotto». Vantaggi? «Sicuramente positivi, visto che, quando ce n’è bisogno, le opere vengono restaurate. È successo, ad esempio, per la mostra alle Scuderie del Quirinale. Noi abbiamo prestato i Bellotto e loro li hanno restaurati. Alla fine, siamo stati particolarmente soddisfatti del lavoro svolto». Il sindaco, Mauro Migliorini, condivide: «I benefici nei prestiti di opere d’arte non sono solo economici, ma anche di visibilità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino