Pala del Lotto prestata a Londra e Madrid. Italia Nostra: "È stata danneggiata"

Mercoledì 3 Aprile 2019 di Gabriele Zanchin
La pala del Lotto conservata in Duomo secondo Italia Nostra è stata danneggiata.
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È partita per raccontare un pezzo della storia dell’arte italiana, quella rinascimentale. La pala del Lotto, custodita nel Duomo di Asolo, è stata esposta prima al Prado, a Madrid, nella mostra “Lorenzo lotto. Retratos”. Poi, a Londra, alla National Gallery, per “Lorenzo Lotto Portraits”. Peccato che la delicatissima opera, “Madonna Assunta e i santi Antonio abate e Ludovico da Tolosa” dipinta nel 1506 (olio su tavola di 175 per 162 centimetri) abbia risentito degli strapazzi del viaggio. Questo è almeno quanto sostiene Renata Giordani, presidente di Italia Nostra Asolo, che ha scritto una lettera di fuoco al Ministero della Cultura e alla Soprintendenza Beni Archeologici di Venezia lamentando i danni che sarebbero stati fatti al capolavoro. «Opacità su tutta l’opera, evidenti fenditure delle tavole, diversità cromatica con la predella» ha scritto la Giordani. E, subito dopo, ha voluto condividere una riflessione personale che contiene un messaggio di spessore: «Spostare queste opere da una parte all’altra del mondo è sempre un rischio. Possono rovinarsi perchè sono delicatissime. Non dobbiamo pensare solo al business, dobbiamo conservare questi tesori per le generazioni future. Chi vuole vedere la pala del Lotto, venga ad Asolo».
 
Un’affermazione forte, decisamente in controtendenza nel campo dell’arte, dove spesso la mostra è vissuta come una vetrina per promuovere quadri e artisti. Poi, magari, per fare da volano al turismo che segue sempre le mostre. «La Pala del Lotto di Asolo è danneggiata e sicuramente da restaurare» conclude la Giordani. L’assessore Gerardo Pessetto mette le mani avanti: «Non sono un esperto. Ma so che la tavola del Lotto era stata restaurata dalla Curia, che ne è la proprietaria, prima di inviare l’opera a Madrid e a Londra. Io l’ho vista, terminato il restauro, e l’ho vista ora, rientrata dall’estero. È diversa. I colori sono più opachi. È vero. E del mio stesso avviso sono anche tanti asolani, che conoscono a memoria questo capolavoro». Aggiunge, però: «Noi, come Comune, gestiamo il museo e prestiamo spesso i due quadri del Bellotto». Vantaggi? «Sicuramente positivi, visto che, quando ce n’è bisogno, le opere vengono restaurate. È successo, ad esempio, per la mostra alle Scuderie del Quirinale. Noi abbiamo prestato i Bellotto e loro li hanno restaurati. Alla fine, siamo stati particolarmente soddisfatti del lavoro svolto». Il sindaco, Mauro Migliorini, condivide: «I benefici nei prestiti di opere d’arte non sono solo economici, ma anche di visibilità».
Ultimo aggiornamento: 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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