«Paga o pubblico il nostro video hard», colombiana arrestata: voleva auto e casa

«Paga o pubblico il nostro video hard», colombiana arrestata: voleva auto e casa
«Pagami o questo video finirà su Facebook e sui social» così una 30enne colombiana (che con lui si spacciava per originaria dell'Est Europa) ha...

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«Pagami o questo video finirà su Facebook e sui social» così una 30enne colombiana (che con lui si spacciava per originaria dell'Est Europa) ha tenuto in scacco per diverso tempo un libero professionista pordenonese, cinquantenne, con il quale aveva avuto una relazione sentimentale. Nel filmino c'erano le immagini di alcuni rapporti sessuali che la donna aveva avuto con lui, girati all'insaputa del partner. Una brutta storia di ricatti finita grazie al coraggio del professionista che, stanco di subire ricatti e minacce continue, ha deciso di denunciare quanto gli stava accadendo ai carabinieri di Aviano. Lo ha fatto dopo aver sborsato 25mila euro. La donna, un'avvenente colombiana, è stata identificata e arrestata in flagranza di reato dopo che aveva alzato la posta, chiedendo una casa e un'auto per non mettere sul web i filmini a luci rosse.

Una storia come tante, quella del professionista di mezza età e della piacente trentenne. Si conoscono, si frequentano, si piacciono. Sono adulti e i rapporti intimi fanno parte di una relazione. Lei gli chiede di poter filmare i loro incontri amorosi, ma lui è perentorio: assolutamente no. Poi il rapporto finisce e male. La donna non ha più nulla a che vedere con la ragazza innamorata e non esita a chiedere al suo ex soldi. Tanti. «Altrimenti metto i nostri filmini privati su Facebook». Lui, spaventato e imbarazzato, dice sì al ricatto e le dà prima 400 euro, poi diecimila e infine altri 15mila. La situazione si fa insostenibile. Così il professionista si fa coraggio e denuncia i ricatti ai carabinieri di Aviano i quali, coordinati dalla Procura, arrestano la trentenne per estorsione.
L'ALLARME

Quanto accaduto al professionista pordenonese è la punta di un iceberg. A confermarlo è l'avvocato Francesco Furlan al quale, recentemente, si sono rivolti tre uomini sui cinquant'anni del Friuli Occidentale, vittime di ricatti a luci rosse. «Storie virtuali - spiega l'avvocato Furlan -. Conoscenze avvenute attraverso Facebook, con la ventenne che chiede l'amicizia al cinquantenne. Dall'altra parte dello schermo ci sono ragazze avvenenti che li stuzzicano, facendo vedere una coscia o un seno, fino a spingere l'amico di Facebook all'autoerotismo». E filmano tutto senza che l'ignara vittima se ne renda conto. A rivolgersi all'avvocato Furlan è stato anche un cinquantenne che ha perso il lavoro e vive con la madre. Costretto a dare l'intera paga alla ricattatrice. Poi un commerciante: gli incontri di sesso virtuale gli sono costati 15mila euro. E infine c'è la storia di un anziano facoltoso imprenditore del pordenonese che in pochi anni ha regalato alla donna conosciuta su Facebook più di 400.000 euro. La moglie dell'imprenditore nel frattempo è diventata ex e a nulla sono valse le sue denunce. L'uomo, la sua fidanzata dei paesi dell'est Europa non l'ha mai incontrata in tutti questi anni. Ogni volta che si sarebbero dovuti vedere, lei accampava una scusa. Ma la loro storia d'amore continua.
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Il Gazzettino