Il "miracolo" del bimbo muto? Una «provvidenziale coincidenza»

Il "miracolo" del bimbo muto? Una «provvidenziale coincidenza»
PADOVA - Padre Enzo Poiana, rettore della Basilica di Sant’Antonio in Padova, e padre George Zina, parroco maronita di Sant'Antonio di Padova a Springfield (Usa), sono...

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PADOVA - Padre Enzo Poiana, rettore della Basilica di Sant’Antonio in Padova, e padre George Zina, parroco maronita di Sant'Antonio di Padova a Springfield (Usa), sono intervenuti oggi in merito alla vicenda del presunto miracolo di Sant’Antonio avvenuto durante il pellegrinaggio delle Sacre Reliquie a Springfield – Massachusetts.




«Abbiamo incontrato il bambino di otto anni che ha chiamato per la prima volta la mamma in provvidenziale coincidenza con la preghiera che una coppia di amici della famiglia aveva fatto davanti alla reliquia del Santo esposta nella chiesa di Sant'Antonio dei Maroniti in Springfield - Massachusetts (Usa). Il bambino è stato accompagnato nella chiesa di Sant'Antonio dalla mamma, dalla nonna, dalla bisnonna e da un prozia. Il papà è rimasto a casa con l'altro fratellino di 4 anni».



I fatti: «Domenica pomeriggio - proseguono padre Poiana e padre Zina - la coppia di amici della famiglia era presente alla celebrazione nella chiesa di sant'Antonio di Springfield. Al termine della celebrazione, avendo ricevuto il "Caro sant'Antonio" su cui poter scrivere la propria preghiera ha pensato di affidare al Santo il bambino in questione. Ciò è avvenuto a tarda ora. Il giorno successivo, presente la madre e due persone, di cui una terapista del bambino che gli insegna a comunicare attraverso i segni, il bambino chiama a chiara voce per la prima volta e per due volte consecutive la propria madre con la parola più dolce: "mamma". La madre dopo la piacevole e commovente sorpresa, pensa di aver sognato, tanto è forte in lei il desiderio di sentire quella parola uscire dalla bocca del figlio, ma la conferma delle altre due persone, stupite anch'esse, fuga ogni dubbio. Viene chiesto al figlio che cosa ha detto e lui attraverso il tablet manifesta la sua coscienza e dice di aver detto mamma. La madre e le due donne presenti rimasero soprese di quanto accaduto anche perché i medici avevano escluso a più riprese la possibilità per il bambino di comunicare verbalmente. La madre si reca al lavoro e, prima di rivelare il fatto, riceve dall'amica la notizia che la sera prima, lei e il marito, avevano chiesto a sant'Antonio un segno di speranza per il bimbo e la famiglia. Le nonne, venute a conoscenza del fatto, lo interpretano come una grazia del Santo, che ridà speranza circa la possibilità del bambino di imparare a parlare.

Il bambino è nato prematuramente a sei mesi. Il suo peso alla nascita era di 900 grammi ed è affetto da aprassia motoria moderata e verbale grave. Il bambino si chiama John Paul (Giovanni Paolo), ha otto anni e vive in una famiglia formata da mamma Jacquelyn, dal padre e dal fratello minore normodotato di 4 anni. La famiglia abita nei pressi di Boston. John Paul ha subito diversi interventi chirurgici per risolvere consistenti problemi dovuti alla nascita prematura. Oggi fisicamente sta molto meglio e viene educato a comunicare con i segni e ad utilizzare un tablet finalizzato a tale scopo. John Paul dimostra di avere coscienza della realtà e di essere in grado di esprimere la propria volontà attraverso il tablet e di comunicare i propri sentimenti attraverso il linguaggio dei segni».


«Dopo esserci consultati con le parti interessate - concludono padre Poiana e padre Zina - sembra difficile per il momento esprimere un giudizio in merito all'accaduto. Si può dire che c'è stata una provvidenziale coincidenza tra la preghiera degli amici e il fatto stesso. Certamente è stata una grazia per la madre che ha sentito per la prima volta il figlio dire "mamma" per due volte di seguito; una grazia perché ha ridato speranza a dei genitori provati dalla sofferenza per le condizioni del figlio. Ora il giudizio non è di nostra competenza. Bisognerà attendere visite specialistiche e gli eventuali progressi del piccolo John Paul. La famiglia e l'autorità ecclesiastica chiedono riserbo su ciò che è accaduto nella speranza di poter dare a tempo debito notizie confortanti sul progresso di apprendimento del bambino». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino