«Spacciatori di giorno sotto casa: adesso abbiamo paura»

«Spacciatori di giorno sotto casa: adesso abbiamo paura»
PADOVA - Paura, non solo di sera, ma anche al pomeriggio. Accade a San Carlo, nel quartiere Arcella, dove ci sono zone impraticabili e altre, a poca distanza, più...

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PADOVA - Paura, non solo di sera, ma anche al pomeriggio. Accade a San Carlo, nel quartiere Arcella, dove ci sono zone impraticabili e altre, a poca distanza, più tranquille. L’ultimo episodio è accaduto mercoledì pomeriggio e lo racconta, terrorizzata, una mamma. «Stavo tornando con i miei bambini dal parco Azzurri d’Italia ed ero in via Lippi. Erano circa le 17 e sotto il portico ho notato un gruppo di spacciatori che tranquillamente stava preparando le dosi con tutta la droga appoggiata sopra ai dissuasori installati anni fa per evitare che i portici stesso fossero utilizzati per bivacchi. I pusher mi hanno guardato, ma io, in preda alla paura, ho fatto finta di nulla. Aoppena sono riuscita ho avvisato la polizia». La brutta esperienza toccata alla mamma non è l’unica. «Da tempo denunciamo il  fatto di avere gruppi di spacciatori sotto casa, soprattutto in via Temanza - spiega un’altr signora -. Qui il terrore di uscire c’è la sera, ma anche il pomeriggio. Personaggi equivoci adesso si vedono anche di mattina, spadroneggiano al giardino Azzurri d’Italia perché non c’è più il sorvegliante. Avevamo chiesto che restasse: il sindaco ci aveva rassicurato in tal senso, ma invece sembra non ci sia denaro per pagarlo». I residenti affermano di avvisare polizia e vigili, ma senza risultati. «Quando vedono arrivare le forze dell’ordine i gruppi di spacciatori scappano - dice un residente -. Spesso stazionano anche dentro Galleria San Carlo, nel verde adiacente o nel parcheggio retrostante. Quando vedono le auto della polizia in in lontananza corrono verso via Lippi e si disperdono. E noi abbiamo il terrore di uscire di casa».

L’ABBANDONO

A Sant’Osvaldo, invece, i residenti denunciano i problemi sull’omonima via dove, da anni, parte di uno stabile proprio di fronte alle scuole è abbandonato. «Il degrado è visibile, qualche giorno fa è caduto un pezzo di cornicione, ma fortunatamente in quel momento non passava nessuno - afferma un commerciante -. Sul muro ci sono i buchi dove gli spacciatori nascondono le dosi. Adesso le porte sono sbarrate ma fino a poco tempo fa il sito era ricettacolo di sbandati. Qui va un po’ meglio, ma di sera siamo terrorizzati: lo spaccio si è in parte spostato in via Crescini e via Barzizza a poche centinaia di metri. Strade che è meglio evitare perché c’è davvero da aver paura». I timori sono arrivati anche a Voltabarozzo che era considerato un quartiere tranquillo. I residenti hanno segnalato alla Questura uno stabile in costruzione in via Venier, luogo isolato ma dove, soprattutto la sera, c’è un via vai di individui. In centro persiste il problema del Pp1: qui lo spaccio viene segnalato a qualunque ora del giorno e i clienti, soprattutto al mattino, come sottolinea una residente, sono ragazzini. «Meglio girare al largo - commenta - anche se spacciatori e clienti sembrano fare le cose alla luce del sole senza timore di nessuno. La paura ce l’abbiamo noi che qui ci viviamo ed è difficile anche attraversare piazzetta Gasparotto». «Nonostante le iniziative che sono state fatte la scorsa estate - aggiunge una donna - nulla è cambiato. Sta per arrivare l’inverno, farà buio presto e abbiamo paura anche ad uscire dall’ufficio da sole. Nemmeno con la luce sbandati e spacciatori scompaiono». Altra zona critica sono gli argini del Piovego: lungo la ciclopedonale parallela a via Trieste, nonostante gli sgomberi dei giorni scorsi, sono di nuovo visibili bivacchi, rifiuti e spacciatori. «Faccio questa strada tutti i giorni in bici - racconta una studentessa - cerco di correre, ma non mi sento sicura. Quando passo, spesso, scattano gli “apprezzamenti” e ho paura». A percorrere l’argine in tranquillità sono però i tossicodipendenti che poi si inoltrano sotto il ponte di via Gozzi, dove si drogano al riparo da occhi indiscreti.
Luisa Morbiato
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Il Gazzettino