Estate 2018, la grande fuga dal centro di bar e locali

Estate 2018, la grande fuga dal centro di bar e locali
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PADOVA - Estate 2018, la grande fuga di bar e locali dal centro storico. Vuoi per il troppo caldo di ora o per le piogge che battevano le sere di luglio, prima. Vuoi perché ormai chi cerca un po' di divertimento mette nei radar locali che sanno unire alla qualità e al fascino della location anche un continuo rinnovamento, il centro storico di Padova, in estate si va via via desertificando. Quello che succede tra giugno e la fine di settembre non è un caso isolato, bensì si tratta della cartina di tornasole di un trend negativo che ha iniziato a farsi sentire già lo scorso anno.


 
I NUMERI
Nella sola città del Santo, nel suo cuore storico, nel 2017 il saldo tra aperture e chiusure è negativo: - 12, il conto netto tra le 52 iscrizioni in Camera di Commercio e i 64 addii. Un'onda lunga che si è estesa all'intera provincia. Secondo uno studio dell'Appe, l'associazione che riunisce i pubblici esercizi, tra città e provincia la forbice si allarga sempre più arrivando ad un meno 170 nell'operazione matematica tra aperture e chiusure. Dati che ora presentano un conto anche visivo. Fatta eccezione per Piazza dei Signori (nelle sere di fine settimana il salotto buono di Padova continua a presentarsi vestito a festa e colmo di gente), il resto è una Padova deserta con locali che se non sono chiusi, vedono pochi clienti.

GLI ESERCENTI
«Questa è stata un'estate sfortunata spiega Filippo Segato, segretario dell'Appe- Siamo passati dal freddo e della pioggia quasi ogni sera di luglio al caldo torrido di queste settimane che invoglia poco ad uscire. Poi i Mondiali di calcio senza l'Italia hanno inciso. Come ha inciso anche l'allungamento alle 23.30 della Ztl e il messaggio che il centro non è raggiungibile. Vanno bene e fanno un buon numero di clienti le manifestazioni come i Navigli e Staffe. I baristi si spostano lì per spirito di sopravvivenza: restare in centro non permette di pagare affitto e dipendenti». Emorragia serale che fa il paio con quanto avviene di giorno, quando i bar hanno il compito d servire anche i dipendenti degli uffici. Che a Padova, in centro, sono sempre meno. «Vero, non si arresta l'ondata migratoria di uffici. Penso alle stesse banche continua Segato - con i nuovi sportelli automatizzati. Dal centro se ne sono andati, o se ne vogliono andare l'Inps, il tribunale, la Camera di commercio, l'Università che si vuole spostare. Tutti hanno mantenuto le sedi storiche, con pochi dipendenti, mentre gli uffici sono stati spostati in zone di Padova più raggiungibili. Il destino, se si continua così, è quello di avere un centro tipico di una città turistica. Saremo una specie di piccola Venezia, con due fasce di livello dei locali: una bassa e una medio-alta. Spariranno le pizzerie e le trattorie». Qualcosa, a onor di cronaca, era stato anche fatto per cercare di arginare la fuga dei bar e dei padovani dal quadrilatero delle piazze e del ghetto. Su tutte, in collaborazione con il Comune, si era mosso il Consorzio Sotto il Salone che aveva proposto la manifestazione Degusta in musica: nove giovedì d'estate, da giugno ad agosto, con il Salone aperto e concerti, una volta in piazza delle Erbe e una volta in piazza dei Frutti. L'esperimento, però, è fallito. «Non abbiamo avuto gli effetti che speravamo, forse anche perché la città in estate si svuota ammette Paolo Martin, presidente del Consorzio Per questo abbiamo deciso di sospendere la manifestazione per agosto e vedremo se riprendere a settembre. Forse abbiamo sbagliato a rivolgerci ad un pubblico non giovane: o la gente era in vacanza o non si muoveva più di tanto. Non è stato il massimo, purtroppo non è venuta fuori bene e adesso stiamo analizzando i motivi».

IL COMUNE

A chiamare tutti ad un'analisi ponderata sulla stagione, è Antonio Bressa, assessore comunale al Commercio: «Non è che possiamo dire che le cose vadano male per forza, un po' di giro e flusso turistico c'è. Ho visto le piazze piene in questi giorni. Poco tempo fa l'Appe ha comunicato i locali aperti d'estate e quindi vuol dire che c'è una richiesta. Per quanto riguarda la manifestazione del Salone, li avevo messi in guardia sul fatto che forse non era il periodo migliore. Comunque siamo ad agosto e un effetto fisiologico sul calo c'è per forza, la città si svuota. Per quanto mi riguarda, siamo a disposizione per lavorare con le categorie per analizzare l'intero trend della stagione in vista dell'anno prossimo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino