Taglia di 20 mila dollari per trovare gli assassini di Guarniero

Andrea Guarniero con la moglie
PADOVA - Temono che in quella piccola isola delle Filippine sia andato in scena il delitto perfetto. Un’azione fulminea, studiata alla perfezione e in grado di non lasciare...

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PADOVA - Temono che in quella piccola isola delle Filippine sia andato in scena il delitto perfetto. Un’azione fulminea, studiata alla perfezione e in grado di non lasciare nessuna traccia. Per questo motivo i familiari di Andrea Guarniero ora sono pronti a mettere una taglia di ventimila dollari pur di trovare i suoi assassini. Domani saranno passati esattamente 50 giorni da quando l’imprenditore padovano è stato ammazzato dai colpi di pistola di due sicari davanti alla sua abitazione, nell’isola di Negros. Quaranta investigatori sono al lavoro per capire chi abbia agito quel maledetto giovedì 28 marzo, all’ora di cena, uccidendo Guarniero. «Le autorità filippine ci hanno consigliato di mettere una taglia e noi siamo pronti a farlo pur di arrivare alla verità - spiega da Padova il fratello Daniele -. Con una somma del genere potrebbero parlare anche i muri».

  
L’OMICIDIO
Guarniero, ex amministratore dell’azienda Multichimica di Mestrino, è stato ucciso nella sua villa di Dauin, dove si era trasferito nel 2014 con la moglie Cyril e il figlio piccolo. Aveva 49 anni. La notizia è stato accolta con grande clamore anche a Padova: qui Andrea era nato e cresciuto, studiando al liceo Tito Livio e diventando campione d’Italia Under 15 con il Petrarca Rugby. Fin da subito ha preso corpo l’ipotesi di un omicidio dettato da motivi di affari. «Aveva acquistato un terreno per costruire un resort davanti alla barriera corallina. Probabilmente ha dato fastidio a qualcuno che aveva le stesse mire imprenditoriali» è l’ipotesi più volte avanzata dal fratello minore.
LE INDAGINI
Per far luce sul caso la polizia è stata affiancata dalle squadre speciali del Cidg (Criminal investigation and detention group) e del Nbi (National bureau of investigation). «Gli investigatori sono coordinati da un sergente colonnello che otterrebbe una promozione se riuscisse a risolvere questo caso - spiega ancora Daniele Guarniero -. Sappiamo che non è facile, anche perché in quei posti non ci sono telecamere nelle strade come qui, ma restiamo fiduciosi. Anche il Presidente della Repubblica Rodrigo Duterte si è interessato a ciò che è successo, perché nell’isola è calato il terrore. I pensionati che vivono lì hanno preso paura, ci sono state ripercussioni anche a livello turistico. La moglie e il bimbo a luglio torneranno in Italia, ma è comunque interesse di tutti fare chiarezza». 
La notizia della taglia non è ancora stata ufficializzata, ma l’idea è concreta e la famiglia si è ormai convinta. Ventimila dollari equivalgono a circa diciottomila euro. «In quei posti si tratta di una somma decisamente consistente - conferma il fratello di Andrea -. Questa potrebbe davvero essere una strada intelligente per trovare qualcuno che possa dare indizi utili agli investigatori». 
LA FARNESINA

Daniele Guarniero e l’anziana madre tengono un filo diretto con i funzionari del Ministero degli Esteri e con l’ambasciatore nelle Filippine, Giorgio Guglielmino. «Siamo in stretto contatto con la polizia e sappiamo che stanno proseguendo con le indagini - conferma l’ambasciata italiana dalla capitale Manila -. Non si trascura nessun dettaglio. Sappiamo bene che le indagini sono coperte da segreto istruttorio, ma abbiamo chiesto alle autorità locali di darci appena possibile le informazioni da fornire alla famiglia Guarniero». Una famiglia che, come racconta sospirando Daniele, «vive tutto ciò con grande strazio, sentendo un profondo senso di ingiustizia per ciò che è successo». 
Gabriele Pipia
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Il Gazzettino