PADOVA Un candidato denuncia irregolarità al concorsone della sanità indetto da Azienda Zero, il test che ha coinvolto 10 mila operatori socio-sanitari gli...
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La volontà è quella di annullare la graduatoria. L’Azienda Zero per il momento non si esprime, attendendo di conoscere i dettagli del caso. «Un certo numero di operatori in servizio negli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano si stanno strutturando per fare ricorso nei confronti di Azienda Zero – aggiunge Vendrame -. Sono comparse delle foto, pubblicate prima nei social network e poi eliminate, ma fortunatamente salvate in anticipo. Immagini che mostrano l’utilizzo del cellulare al palazzetto dello sport. Ci sono foto che ritraggono di spalle i partecipanti a concorso già iniziato. Dopo un primo tentativo ai carabinieri, ci siamo rivolti alla Guardia di Finanza». La legge dice che se un candidato, presentatosi alla prova scrittura di un concorso pubblico, viene pescato dai commissari con il cellulare acceso può anche essere escluso. L’unico modo per evitare l’esclusione resta, dunque, quello di spegnere l’apparecchio o di consegnarlo ai commissari. «Per presentare l’esposto abbiamo 30 giorni a partire dal 5 giugno – fa sapere Vendrame -. Vogliamo coordinare tutti i gruppi veneti. Tra i partecipanti al ricorso ci sono anche candidati che hanno superato la prova. Vogliamo far valere un principio di correttezza, non lo facciamo perché non siamo entrati in graduatoria. In altri concorsi, come a Catanzaro, i cellulari sono stati ritirati e imbustati. A Padova non è stato così». 10 mila persone hanno partecipato al test. I primi 312 ottengono subito contratti a tempo indeterminato negli ospedali veneti, nel ruolo di operatore socio sanitario (Oss). Coloro che superano la prova, ma non rientrano nei primi 312, vanno a formare una graduatoria di merito a seconda del punteggio. La lista di idonei potrà essere sfruttata per i prossimi tre anni (salvo deroghe), a scorrimento. Oltre al Veneto, sarà messa a disposizione anche di altre regioni che ne faranno richiesta. «Era già scaduto il tempo limite, 30 minuti – specifica Vendrame -. E ho visto candidati che stavano ancora scrivendo in bella copia le domande. Alla vista del commissario, hanno chiesto ulteriore tempo e siccome non era possibile gli è stato risposto “non vediamo niente”. Mi sembra un illecito, allora potevamo impiegarci tutti di più». Vendrame, come altri, ha partecipato al concorso per passare da un tempo determinato a un indeterminato. Nei concorsi pubblici occorre adottare procedure complesse di identificazione dei candidati, deposito di borse e vigilanza sullo svolgimento. Può accadere che un candidato presenti ricorso perché qualche altro candidato, a suo giudizio, copiava, consultava internet col telefono o parlava in un auricolare nascosto. Effettuare una efficace opera di vigilanza è difficile, perché spesso candidati sono numerosi e a volte ricorrono alle tecnologie di comunicazione più moderne.
Elisa Fais Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino