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COLLI EUGANEI - Dita incrociate per tenere distanti vento e nuvole scure. Ma la raccomandazione che più o meno sommessamente i gestori degli agriturismi dei Colli indirizzano ai loro clienti è comunque quella di portarsi dietro una giacca. La gioia di riprendere posto sotto i porticati o i gazebo sarà infatti condizionata dal tempo che promette di fare le bizze nel prossimo week end. Il meteo però non sembra aver spaventato gli avventori. Per il primo maggio e domenica continuano infatti ad arrivare prenotazioni.
«Chi non dispone di portici cerca di attrezzarsi con gazebo e ombrelloni – spiega Emanuele Calaon, titolare dell’agriturismo “Bacco e Arianna” di Vo’ – in modo da soddisfare le richieste che da inizio settimana si sono sbloccate. Questo il motivo per il quale quasi tutti gli operatori del territorio hanno preferito procrastinare al fine settimana l’apertura. Molti sono impegnati agli ultimi ritocchi agli esterni. Senza contare che il tempo incerto di questi giorni tiene distanti anche i più temerari». Come i ristoratori dei Colli, tuttavia, anche i titolari delle cucine rurali non hanno gradito la continuità del “coprifuoco” alle 22. «É una penalizzazione – continua Calaon – alla quale va sommata anche l’assenza di turisti. Purtroppo i messaggi che arrivano in questi giorni da paesi stranieri sulle condizioni di sicurezza in Italia non rassicurano i viaggiatori d’oltralpe. Speriamo che il ritorno della clientela locale colmi un divario annunciato rispetto ai numeri degli anni scorsi».
TUTTI PRONTI
Fra i titolari degli agriturismi pronti ad aprire, non mancano quelli con pochi spazi all’aperto, ma attrezzati a soddisfare le richieste dei gitanti di passaggio. «Siamo pronti a riaprire – spiegano i titolari dell’agriturismo “Il Colle del Barbarossa” a Castelnuovo – e accogliere le frotte di ciclisti e centauri che facevano abitualmente tappa fissa da noi.
LA “RESISTENZA”
Le modalità di resistenza degli agriturismi dei Colli alle chiusure forzate, sono state numerose. «L’idea delle colazioni sull’aia – spiegano Luisa e Domenico Carpanese, titolari dell’agriturismo “La buona terra” di Cervarese – ci hanno consentito di far conoscere a tante famiglie la fattoria, attraverso le nostre visite guidate alle colture e agli animali. Ora speriamo che bambini e adulti ritornino anche per pranzo. Gli spazi per accoglierli non mancano». Anche altre aziende hanno pensato bene di scorgere nei rigori del lockdown il bicchiere mezzo pieno. «Abbiamo una discreta connessione internet – racconta Angela Castiglioni, titolare dell’Agriturismo Terre Bianche – ed abbiamo ospitato diverse persone, alla ricerca di un posto tranquillo dove poter lavorare in smart working. Oltre a lavoratori italiani e comunque residenti in zona, abbiamo accolto anche un professionista belga ed un polacco». A supportare però il risveglio delle prenotazioni negli agriturismi, oltre al piacere della buona tavola, è anche la condizione ambientale che ispira sicurezza. «Ed è questo il motivo – commenta Diego Scaramuzza, presidente nazionale di Terranostra – che supporta maggiormente la ripartenza delle aziende agricole. Meglio spazi aperti che tavolate distanti solo pochi metri». Con l’entusiasmo ritrovato dei clienti e con la voglia di ripartire dei gestori, anche la giacca o il maglione in più da indossare sotto il portico diventano solo un particolare. «Toccherà a noi – promettono i gestori della Fattoria delle Gombe – scaldare i nostri ospiti con la giusta accoglienza e con la nostra cucina». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino