PADOVA - "Nessuna notte è così lunga da permettere al sole di risorgere" si leggeva in uno striscione della curva l'anno scorso nei momenti più bui. Anche questa volta la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La festa in città coinvolge almeno duemila tifosi che si radunano in piazza Cavour per un colorato corteo che li porta in piazza delle Erbe dove li attende la squadra, arrivata con il pullman scoperto dopo una passerelle per le vie della città. Il serpentone si muove verso le 21, con davanti un ironico striscione "semo tornai e desso xe c. vostri!".
Ironia, sorrisi e buon umore regnano naturalmente nelle vie del centro, con un bell'effetto scenico regalato dai fumogeni rossi e dalle centinaia di bandierine bianche che sventolano. Il primo coro è l'ormai consueto "tanto già lo so che l'anno prossimo giochiamo in Lega Pro". Tra le gente pure Humberto Rosa, uno dei gloriosi panzer di Rocco. Tutt'altro che tranquilli sul loggione del Palazzo della Salone, giocatori, allenatore, dirigenti e soci, molti accompagnati dalle rispettive famiglie.
I cori che arrivano dagli ultras, nel frattempo approdati in piazza, sono ripetuti a squarciagola dai calciatori, con il vicepresidente Edoardo Bonetto a dirigere le operazioni gridando «Salutate la capolista». Suo papà Roberto si fuma sereno un sigaro. Poi arriva un altoparlante e il primo a parlare è il sindaco Massimo Bitonci: «Siete dei grandi tifosi, l'onore di questa città. Dopo tanti anni è finita la sfortuna!». Poi, in separata sede, tesse le lodi al duo Bergamin-Bonetto, chiamandoli scherzosamente B&B: «Due imprenditori che hanno creduto nel Padova e investito; non era facile partire da zero. Quanto all'amministrazione, si è mossa per la città, per i tifosi e per tutti e ora si vede la risposta della gente».
Poi prende il microfono lo stesso Bergamin: «Frequentavo queste piazze nel ’68 quando da giovane studente cercavo qualcosa in cui credere. Abbiamo davanti gente che crede in qualcosa e per questo sono felice». Roberto Bonetto, dopo avere ringraziato Comune e tifosi e prima di parlare del futuro, fa un breve passo indietro: «Mai avremmo pensato di potere coagulare attorno alla nuova società un simile calore. Adesso, come scritto sullo striscione, sono cavoli nostri, ma la nostra promessa è che da domani mattina ci siederemo attorno a un tavolo per costruire un nuovo Padova degno della Lega Pro e di questa piazza».
E intanto si va avanti con i festeggiamenti, con le pacche sulle spalle e con le foto con il pollice alzato. I cori dei tifosi guardano al futuro: «Venezia stiamo arrivando» e non manca una «attenzione» per i cugini biancorossi «Chi non salta è un vicentino». L'ultimo della serie è un semplice «Grazie ragazzi» che sintetizza al meglio lo spirito del popolo biancoscudati.
I giocatori e il loro seguito se ne vanno alla spicciolata, si mischiano alla gente e poi risalgono sul pullman che li porterà a cenare al Kofler, riprendendo a intonare i loro cori. La notte è piccola... Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino