«Uccise la mia Cristina, ma Felice Maniero non ha mai chiesto scusa»

Cristina Pavesi
PADOVA Due giorni prima della tragedia aveva fatto un sogno. In cui vedeva se stessa morire, ma nel contempo vivere. Difficile da spiegare, quasi come se un dispiacere talmente...

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PADOVA Due giorni prima della tragedia aveva fatto un sogno. In cui vedeva se stessa morire, ma nel contempo vivere. Difficile da spiegare, quasi come se un dispiacere talmente forte da annientare, l’avesse tramortita. E sullo sfondo di quel fotogramma angosciante c’era un treno, lunghissimo, in corsa. Immagini inquietanti, a cui lei quando si era svegliata non aveva dato più di tanta importanza, ma che due giorni dopo si erano rivelate invece drammaticamente premonitrici. Quando aveva visto quella scena era la notte dell’11 dicembre del 1990, e il 13 era saltato per aria a Vigonza il convoglio al bordo del quale c’era la sua nipote prediletta, Cristina Pavesi, 22 anni, che stava tornando dall’Università dove era andata a concordare con il relatore la tesi di laurea.

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Il Gazzettino