PADOVA - Sangue, sangue dappertutto. Un coltello da cucina e una forchetta insanguinati. È questa la scena del crimine vista dagli inquirenti all’interno...
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Mentre il fratello Piermatteo era prono, disteso sul ventre, con la faccia affondata su un cuscino.
Gli inquirenti hanno poi trovato importanti quantità di topicida in polvere, sparso per tutti i locali della villetta, e una tanica di benzina. Tutto fa pensare alla volontà di uno dei due fratelli di eliminare l’altro con ogni mezzo. Forse, l’idea finale, era quello di appiccare il fuoco alla casa dopo avere ucciso.
LE ARMI
Gli investigatori hanno trovato un coltello da cucina e una forchetta insanguinate. Sarebbero queste due le armi impugnate dai fratelli Rigon. Entrambe hanno lacerato la carne e i tessuti, ma non è chiaro chi dei due aveva il coltello e chi la forchetta. Secondo una prima ricostruzione dei fatti Piermatteo ha brandito il coltello contro la sorella e Donatella ha tentato di difendersi con la forchetta. Nessuno dei due invece sembra avere assunto del topicida, perchè gli investigatori nelle stanze della villa non hanno trovato tracce di vomito. Dunque non ci sarebbe stato un avvelenamento.
LE INDAGINI
La dinamica di quanto è accaduto all’interno della villetta di via Faggin 50, dove il giardino sembra essere stato trascurato da diverso tempo, non è per nulla chiara. Gli inquirenti attendono l’esito delle due autopsie per avere un quadro generale e chiudere le indagini. I due fratelli, secondo una prima ricognizione esterna sui cadaveri, sarebbero morti entrambi lo scorso fine settimana. Lui potrebbe avere ucciso lei e poi essersi tolto la vita, oppure i due sono deceduti a seguito delle ferite riportate durante una violenta colluttazione. Una cosa è certa: l’aggressione è stata consumata in quasi tutti i locali dell’abitazione ed è per questo che è stato trovato a terra e sulle pareti moltissimo sangue.
Gli investigatori, nelle prossime ore, analizzeranno anche i telefoni cellulari dei due fratelli per trovare eventuali chiamate o messaggini dal tono intimidatorio. Infine la villetta è stata posta sotto sequestro, fino a quando il pubblico ministero non avrà chiuso le indagini. Nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati, perchè il colpevole è deceduto. La cosiddetta morte del reo. Non c’è invece traccia del movente. La morte della loro mamma a dicembre aveva di sicuro scosso un equilibrio familiare già precario, ma nulla di più.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino