​I 50 siriani "profughi" già in fuga: «Molti erano avvocati e farmacisti»

​I 50 siriani "profughi" già in fuga: «Molti erano avvocati e farmacisti»
PADOVA - E i cinquanta profughi siriani? Hanno già lasciato la provincia padovana. Il gruppo - quaranta uomini, due donne e otto minorenni - arrivato con un pullman in questura...

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PADOVA - E i cinquanta profughi siriani? Hanno già lasciato la provincia padovana. Il gruppo - quaranta uomini, due donne e otto minorenni - arrivato con un pullman in questura nella notte tra martedì e mercoledì scorsi, dopo essere fuggiti dalla Siria oppressa dalla guerra, si è "disunito" già mercoledì sera. Infatti i cinquanta siriani sono stati portati con un pullman messo a disposizione dalla prefettura, fino all’ostello Venetian Hostel di Monselice.




Ma qui solo 14 siriani si sono fermati per passare la notte. Gli altri 36, intenzionati ha proseguito il viaggio verso il Nord Europa, sono andati direttamente alla stazione dei treni di Monselice. Tutti, sottolineano i vertici di questura e prefettura, avevavano documenti, anche passaporti, e qualche somma di denaro: «Si tratta di gente della media borghesia siriana, molti hanno titoli di studio e lavoravano come farmacisti o avvocati. Il loro rifiuto a farsi fotosegnalare è "strategico": sanno che si deve chiedere asilo politico nel Paese in cui si viene identificati. E come palestinesi ed eritrei vogliono la Svezia, dove spesso hanno già parenti e conoscenti».



Rifiutandosi di essere identificati (l’hanno fatto in 48 su 50) hanno rimediato solo una denuncia a piede libero per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Dopo il caso dei siriani "scomparsi", il sindaco di Padova Massimo Bitonci non lesina critiche al "sistema": «Questa è la prova che avevo ragione a dire che non possiamo permettere che la nostra lotta al degrado venga messa in discussione dall’arrivo di nuovi profughi. Siamo stufi di un’invasione incontrollata. Sono decine gli extracomunitari che arrivano ogni giorno in città».



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Il Gazzettino