ROVIGO - L’Ulss 5 potenzia i servizi territoriali nell’assistenza alle donne in gestazione con tre ambulatori a Rovigo, Adria e Trecenta dedicati alle gravidanze...
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«Le ostetriche ampliano le loro competenze oltre la sala parto e rispetto ai compiti consultoriali svolti tradizionalmente: non si tratta - spiega il direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella - di non medicalizzare determinate competenze, ma di valorizzare specifiche competenze». Così le ostetriche saranno per le gestanti a basso rischio un punto di riferimento costante, in un’organizzazione dei servizi più vicina al territorio. Mentre il medico specialista potrà dedicarsi alla gestione dei casi più difficili, il percorso delle gravidanze a basso rischio resterà in tutta sicurezza perché nelle sedute ambulatoriali la presenza medica sarà assicurata per qualsiasi problematica.
Le gravidanze a basso rischio sono il 65% del totale in Veneto e dopo la fase pilota (svolta con quattromila gestanti) del progetto promosso dalla Regione per la presa in carico di questa casistica da parte del personale ostetrico, l’applicazione si sta estendendo alle Ulss. Si differenziano, così, i percorsi di assistenza per la gravidanza fisiologica e quella a rischio, a partire dalla valutazione del grado di rischio fatta dal ginecologo. I casi a basso rischio sono assegnati alla gestione autonoma delle ostetriche. «È una presa in carico completa, che va dall’inizio della gravidanza fino alla fase post parto, in cui è prevista anche la possibilità di prenotare visite a domicilio gratuite. Tutto in sicurezza perché alle ostetriche si affianca la presenza medica», ha precisato la dottoressa Michela Fasolato, responsabile del progetto polesano. Per ogni gestante l’ostetrica redigerà una cartella ambulatoriale informatizzata nel percorso verso il parto: questa potrà essere visualizzata dal medico ginecologo e costituirà parte del cosiddetto fascicolo sanitario elettronico. Il direttore dei Servizi sociosanitari dell’Ulss 5 Paola Casson ha annunciato che «dopo il periodo di rodaggio del nuovo servizio, in base ai risultati sarà possibile valutare ulteriori potenziamenti, con sedi ambulatoriali periferiche e visite a domicilio anche durante la gravidanza».
Si sta valutando, invece, la possibilità di ricorrere a videochiamate online con mediatori culturali quando per le ostetriche non ci sia la possibilità di comunicare nemmeno in inglese o francese con le gestanti che si rivolgeranno al nuovo servizio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino