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PORDENONE - C’è una “corrente” interna all’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale che spinge per una svolta: un solo punto nascita sul territorio, per centralizzare i servizi ma soprattutto per garantire ai professionisti - sempre più difficili da rintracciare - di lavorare in un ambiente stimolante e altamente specializzato. E non si tratta di una corrente minoritaria, dal momento che fa capo ai massimi vertici dei reparti che si dedicano alla cura dei più piccoli. Sullo sfondo del ragionamento c’è la realizzazione del nuovo ospedale, ma anche la convenzione con il reparto nascite del Policlinico. E ovviamente la partita importantissima di San Vito, con il vicepresidente della Regione Riccardo Riccardi che con il presidente Fedriga ha ribadito la ferma volontà di mantenere attivo il punto nascita sanvitese a tutti i costi.
LA SPINTA
Non si fanno apertamente “nomi e cognomi”, perché nessuno ce l’ha con San Vito e con la sua capacità - in calo - di attirare future mamme per i parti in ospedale.
IL QUADRO
Alla fine, però, bisogna sempre dare un’occhiata ai numeri: il punto nascita dell’ospedale di San Vito al Tagliamento ha comunque tagliato il traguardo annuale dei 500 parti effettuati nella struttura. Un argomento in più a favore di chi come Fedriga e Riccardi (ma in questo caso l’esultanza arriva anche dalle istituzioni sanvitesi, con in testa il sindaco Alberto Bernava) lotta ancora al fine di mantenere vivo e vegeto il polo decentrato incaricato anche di fare concorrenza al Veneto Orientale e nello specifico al Portogruarese. Nello scacchiere ci finisce poi anche il Policlinico San Giorgio di Pordenone. Da San Vito continuano a chiedere lo stop alla convenzione con l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale che consente il dirottamento dei parti nella struttura privata. Dalla sede della casa di cura, invece, ribattono con i numeri delle nascite, anche nel 2022 superiori a quelli fatti registrare a San Vito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino