Ostetriche, vince il concorso su 900 concorrenti e non viene assunta

Ostetriche, vince il concorso su 900 concorrenti e non viene assunta
PADOVA  Al test s'iscrissero in 1.394, a sostenere l'esame si presentarono in poco più di 900 (tutte donne e due uomini) ma al momento anche l'unica...

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PADOVA  Al test s'iscrissero in 1.394, a sostenere l'esame si presentarono in poco più di 900 (tutte donne e due uomini) ma al momento anche l'unica vincitrice è a bocca asciutta. La grande corsa s'innescò per un posto da ostetrica a tempo indeterminato, messo a concorso dall'Azienda ospedaliera universitaria. Era l'aprile scorso, le prove si svolsero alla Kioene Arena ma neanche quell'unica fortunata può godersela. La sua assunzione, benché autorizzata dalla Regione, è come dire congelata. E l'ostetrica col posto fisso, per ora fantasma, è in buona compagnia.

Sono una settantina i posti a tempo indeterminato (tra cui 33 infermieri, e poi operatori socio-sanitari, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e appunto l'ostetrica vincitrice del concorso) che nel grande polo di via Giustiniani ci dovrebbero essere per volere regionale, ma non ci sono per sforamento del budget.
 
Il perché lo spiegano gli uomini della Cisl, che hanno a loro volta chiesto numi ai vertici aziendali. «Il direttore generale ha spiegato che a fronte della presentazione del Piano triennale della assunzioni 2018-2019-2020, previsto dal decreto Madia, la Regione del Veneto - illustrano i sindacalisti Emiliano Bedon e Achille Pagliaro - ha fatto dei rilievi in merito allo sforamento del tetto di spesa previsto per l'anno 2018 di circa 500 mila euro e conseguentemente ha rigettato il Piano obbligando l'Azienda ospedaliera a rivedere la programmazione del personale per l'anno in corso per rimanere dentro il tetto di spesa di 214.000.000 euro (il costo relativo a tutti i quasi cinquemila dipendenti, ndr). Le assunzioni autorizzate sono circa 70 figure professionali, dal canto nostro abbiamo ribadito che è grave che non sia provveduto a integrare il turn-over e che siamo preoccupati per la garanzia dei servizi. La Direzione ci ha garantito che provvederanno con le assunzioni dentro il tetto di spesa». Finiti i soldi, però, se ne riparlerà a gennaio con il prossimo anno e nuova linfa economica. I settanta lavoratori in predicato d'avere il posto fisso sono trasversali alle specialità di reparti e ambulatori ma gran parte di loro era stata autorizzata dalla Regione per coprire l'ampliamento della Patologia e Terapia intensiva neonatale (in queste settimane in via di realizzazione), per il famoso reparto Bunker per reclusi bisognosi di cure ospedaliere, il Centro trapianti di midollo dell'adulto in Ematologia degenze, i reparti di Neurochirurgia e di Neuropsichiatria infantile.
I SINDACATI

«La Regione da una parte ha autorizzato l'apertura di nuovi spazi e servizi, e le relative assunzioni, dall'altra non ha autorizzato lo sforamento del tetto di spesa per l'assunzione stessa del personale. È ulteriormente grave il fatto che, pur disponendo di graduatorie valide, l'Azienda ospedaliera abbia bloccato anche il rilascio dei nullaosta alle mobilità in uscita - rilevano i due portavoce della Cisl - e addirittura il nullaosta alle mobilità compensative giustificandole come nuove assunzioni. Dal primo gennaio si entrerà nelle spese di inizio anno quindi speriamo che la situazione si sblocchi. Ma anche lì bisognerà vedere cosa e come». Tra le novità del 2019, previa disponibilità appunto di personale, c'è l'entrata in operatività del reparto Bunker: i pazienti in regime di detenzione verranno accolti al piano terra della palazzina che ospita il reparto di Malattie infettive. Un investimento di 360 mila euro e finalmente l'Azienda ospedaliera disporrà di un reparto da sei posti letto, attrezzato con misure di sicurezza tali da accogliere pazienti carcerati.
Federica Cappellato Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino