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MOTTA DI LIVENZA - In subbuglio i dipendenti dell'ospedale di Motta: «Professionisti in fuga, chiediamo un incontro». «Medici specialisti, infermieri, terapisti e operatori stanno lasciando l'Oras». I lavoratori chiedono a Cda e management di arginare «l'emorragia di professionisti acuita dall'emergenza pandemica». In assenza di risposte, le Federazioni del Pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno il mandato per proclamare lo stato di agitazione. È quanto emerso da un'assemblea sindacale l'8 febbraio. Spiegano Fabio Zuglian, Sara Tommasin e Beniamino Gorza delle segreterie territoriali Cisl Fp, Cgil Fp e Uil Fpl: «Il momento è difficile e deriva non solo dall'emergenza pandemica ma soprattutto, ad avviso dei lavoratori, da un management che non è stato in grado di rispondere adeguatamente alle nuove sfide. Il risultato è che dall'Oras se ne stanno andando professionisti difficilmente sostituibili».
PREMI PIU' BASSI
Le organizzazioni sindacali si dicono disponibili a iniziare un nuovo percorso che «non può prescindere da un investimento straordinario di risorse, a partire dalla formazione, ma anche di natura economica.
BENAZZI
«Gli infermieri non si trovano - precisa il dg dell'Usl Benazzi - Bisogna continuare a stringere i denti fino a maggio o giugno, quando ci sarà il concorso. Non è vero che scarichiamo pazienti sull'Oras. I casi più importanti vengono mandati all'Oras, sì. Il picco peggiore dell'emergenza Covid è passato. La gente è stanca, lo sappiamo. Qualche specialista potrà essere stato attratto dal privato. Ma non ci risultano emorragie. Trovare nuovi professionisti è complicato. Se per gli infermieri possiamo ragionevolmente attendere maggio o giugno, per gli specialisti sarà necessario sino a fine anno».
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Il Gazzettino