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CARMIGNANO/GRANTORTO - In attività da più di 70 anni, ha rischiato di chiudere i battenti. Non senza sacrifici, è riuscita a risollevarsi, affrontando anche il complesso periodo della pandemia, e a luglio distribuirà ai dipendenti un premio di produzione lordo di 2mila euro. Avviene alla Orv Manufacturing Spa di Carmignano del Brenta e Grantorto, specializzata nella produzione del tessuto non tessuto e ovatta per gli interni auto e per gli impianti di filtrazione, abbigliamento, arredamento e altri settori. Esempio di quell'imprenditorialità veneta che dal nulla ha portato alla creazione di un importante gruppo industriale con più sedi e stabilimenti non solo in Italia. A fondarlo i fratelli Peruzzo, Albino e Maurizio, con i figli di quest'ultimo, Massimiliano e Cristina Giacobbo Peruzzo, a continuare ora la tradizione di famiglia.
I RISULTATI
Soddisfatti i sindacalisti Filctem Cgil Padova e Femca Cisl Padova e Rovigo, rispettivamente Luca Rainato e Raimondo Rettore. «Il bonus è il giusto riconoscimento al sacrificio fatto dai lavoratori negli scorsi anni e che ha permesso all'azienda di salvarsi e rilanciarsi - affermano - Ci costò molta fatica accettare quel piano ma lo facemmo perché non c'era altra strada per sopravvivere e poi perché non era costituito solo da tagli ma prevedeva una serie di interventi strategici complessivi che ci convinsero.
Un'operazione che salvò di fatto l'azienda. «Ora concludono i due sindacalisti è arrivato, anche per i lavoratori, il momento di raccogliere i frutti dei sacrifici e del duro lavoro svolto in questi anni. Che si verifichi adesso, in un momento storico di profonda crisi dovuta alla pandemia, è solo la dimostrazione che se un'azienda poggia su solide basi finanziarie e si preoccupa di mantenere corrette e leali relazioni con i lavoratori e chi li rappresenta, è in grado di reagire e resistere a tutti gli imprevisti che si possono verificare. Però bisogna essere seri, corretti e avere una visione che non porti solo a considerare i propri interessi a scapito di quelli dei lavoratori, spesso considerati come gli unici a cui far pagare i costi della crisi senza mai restituire loro niente».
Il commendatore Maurizio Peruzzo è mancato nel novembre dell'anno scorso. Spiegano i figli: «I risultati sono sicuramente il frutto di una proficua collaborazione a tutti i livelli aziendali, ma sono stati possibili soprattutto grazie alla fiducia e alla volontà della proprietà, in primis di nostro padre Maurizio, che come atto di responsabilità nei confronti del proprio vissuto imprenditoriale e dei dipendenti, ci ha affidato il timone per la guida ed il sostegno della rinascita del Gruppo che, nonostante la presenza a livello mondiale, vede le redini decisionali nelle mani della famiglia, in perfetta sintonia con un ristretto management. Senza mai dimenticare le origini ed i principi trasmessi da nostro padre, tra i quali spicca la valorizzazione del capitale umano».
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Il Gazzettino